GIRO D’ITALIA 2023 / Il diario dell’Ammiraglio Savio: «La Ineos getti la maschera e vada all’attacco con Tao e Thomas. Il momento è adesso»

Thomas
La felicità di Geraint Thomas per il successo del compagno di squadra Tao Geoghegan Hart al Tour of the Alps: la Ineos ha dominato la corsa e ora vuole ripetersi al Giro d'Italia (foto: Jaroslav Svoboda)
Tempo di lettura: 2 minuti

Ieri ha fatto il tifo per lui, per Alessandro De Marchi che conosce bene avendolo avuto alla sue dipendenze quando il “Rosso di Buja” era ancora un giovane ragazzo dalle grandi speranze. Gianni Savio parla della tappa di oggi, della prima frazione di montagna di questo Giro, facendo un piccolo passo indietro. «Sì, ieri ho fatto il tifo per De Marchi e mi dispiace che non abbia vinto perché sarebbe stata un’altra perla che avrebbe impreziosito il suo palmares. Peccato ma il generoso corridore friulano non deve avere alcun rimorso perché nel finale né lui, né Clarke hanno sbagliato nulla».

Dai complimenti sinceri rivolti al corridore della Jayco-AlUla alla frazione di oggi il passo è breve e Savio entra subito nel merito focalizzando l’attenzione sulla Ineos-Grenadiers. «In questi due giorni hanno dimostrato di essere la squadra più forte del Giro e per questo oggi da loro mi aspetto una gara all’attacco. I ragazzi di Matteo Tosatto devono stanare Evenepoel, devono vedere se il campione del mondo ha superato le sofferenze delle cadute di Salerno oppure no e per capirlo c’è un solo modo: attaccare!».

Parole chiare, dirette, forti come la convinzione che anche la Uae-Emirates di Fabio Baldato oggi dovrebbe muovere le proprie pedine per spingere Almeida a tirare fuori gli artigli. «Tao e Thomas ci devono provare ma anche Joao deve gettare la maschera e provarci perché se Remco non è al cento per cento è questo il momento per affondare il colpo».

E i nostri? Savio ci parla di Caruso ma senza particolare enfasi. «Vorrei sbagliarmi ma non vedo ancora Damiano al top della forma e quindi penso che oggi correrà sulla difensiva così come potrebbe fare lo stesso Remco. Vedremo ma quello che è certo è che oggi scatteremo la prima fotografia del Giro capendo non tanto chi lo vincerà ma, di sicuro, chi lo avrà perso».