GIRO D’ITALIA 2023 / Il diario dell’Ammiraglio Savio: «Oggi può arrivare la fuga e Albanese dovrebbe provarci. Le vittorie per le Professional si costruiscono da lontano»

Albanese
Vincenzo Albanese della Eolo-Kometa al via ieri della seconda tappa (foto: LaPresse)
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Oggi, terza tappa da Vasto a Melfi per un totale di 213 chilometri, può essere la giornata della fuga che va in porto e, magari per loro, del primo trionfo in questo Giro di un team Professional. E a dare fiducia alle squadre minori incoraggiandole ad attaccare non solo per farsi vedere ma soprattutto per vincere, è proprio lui: il nostro Ammiraglio Gianni Savio il quale, nella frazione odierna, vede l’occasione soprattutto per le squadre non WorldTour, di scrivere una pagina importante in questo avvio di corsa rosa.

«La Green Project-Bardiani di Bruno e Roberto Reverberi mi sembra tra le squadre non WorldTour quella messa meglio, quella più attrezzata e poliedrica perché composta da pedine molto valide capaci di misurarsi a buoni livelli su qualsiasi terreno. Oggi quindi sono convinto che vedremo i ragazzi di Reverberi andare all’attacco anche se, per come è disegnata la frazione odierna, indicherei più Albanese come probabile attaccante e, perché no, possibile vincitore».

Savio incoraggia il corridore della Eolo-Kometa ad avere più coraggio perché per vincere – lo sottolinea con vigore – si deve rischiare correndo all’attacco sin dai primi chilometri. «Albanese ha un ottimo spunto veloce, ma non può aspettare la volata a ranghi compatti perché con le ruote veloci del WorldTour è battuto nove volte su dieci. Se, invece, si mette in gioco da lontano e azzecca la fuga giusta che poi arriva al traguardo, beh allora ecco che un corridore delle sue caratteristiche può farcela. Quindi, caro Albanese, forza e coraggio!».

Attaccare non “per i consigli per gli acquisti”, ma per puntare al colpo grosso: Savio spinge le squadre meno attrezzate a farsi largo senza paura né timori reverenziali e lo fa con il solito, inconfondibile, garbo. «Non mi sento di dare consigli a nessuno, ci mancherebbe, ma mi piacerebbe vedere nei nostri team più coraggio e più spavalderia tattica», ha chiuso Savio completando il suo ragionamento con questo auspicio.