La Ineos Grenadiers punta forte sul prossimo Giro d’Italia, tanto, che la squadra britannica ha deciso di portare il doppio capitano, ossia Geraint Thomas e Tao Geoghegan Hart, oltre che due gregari di lusso come Thymen Arensman e Pavel Sivakov. Soprattutto per il corridore gallese questa l’ultima sarà l’ultima, o una delle ultime, possibilità di conquistare la corsa rosa.
A Thomas piace molto l’equilibrio che vede per la vittoria finale e per il podio della generale nel prossimo Giro d’Italia. «L’equilibrio che c’è nelle corse è il bello del ciclismo in questo momento. Ci sono un sacco di ragazzi che possono far bene e potenzialmente salire sul podio del Giro. Onestamente non saprei dire chi è favorito e chi no. Anche perché io mi devo preoccupare solo di me stesso, di essere sempre competitivo e costantemente nel cuore della corsa, come ho fatto in passato».
Il gallese riconosce la pericolosità di Roglic ed Evenepoel, ma ci tiene ad evidenziare la forza della squadra. «Arriviamo al Grio con un gruppo di ragazzi molto forti. Ci sono corridori che in questi anni si sono messi in mostra nelle corse a tappe come Arensman e Sivakov, ma soprattutto c’è Geoghegan Hart. Lui ha già vinto il Giro con questo team e che ha mostrato una gran condizione al Tour of the Alps. Penso solo che dobbiamo avere fiducia nelle nostre potenzialità, perché sono davvero grandi. Roglič ed Evenepoel? Sono due fra i migliori al mondo, ma noi andiamo al Giro con l’idea di poterli battere. Di certo sarà difficile, ma non impossibile».
Il 36enne di Cardiff, che proprio al Giro festeggerà il suo 37° compleanno, ha parlato anche della sfortuna avuta nelle ultime due presenze al Giro, entrambi non conclusi a causa di cadute. «Sono già stato sfortunato due volte, spero non ci sia anche la terza. Purtroppo le cose vanno così, in una carriera ci sono alti e bassi. Però è proprio questo che rende gli alti ancora più dolci. Di mio, spero che il 2023 sia un buon anno. Anche perché abbiamo fatto un ottimo ritiro in Sierra Nevada e il Tour of the Alps né è stata la prova. Quindi il morale è alto e siamo tutti fiduciosi di poter far bene».
Thomas conclude parlando del suo legame con il nostro Paese e dell’emozione che prova quando corre qui. «Più di ogni altra cosa quest’anno voglio godermi al massimo questa corsa. Da junior, anche al solo pensiero di andare al Giro per contendere la vittoria sarei stato super eccitato, quindi non vedo l’ora di partire. Correre in Italia poi mi piace: ho iniziato lì la mia carriera da professionista e amo tutto, dai tifosi all’atmosfera. È diverso rispetto al Tour de France, è tutto meno teso».