Ayuso racconta i mesi difficili: «Dovrei aver avuto una nevralgia al polpaccio, non ne abbiamo la certezza»

Ayuso
Juan Ayuso in azione alla Clasica San Sebastian 2022 (foto: Sunada)
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Ieri, dopo quasi otto mesi di assenza, Juan Ayuso è tornato a correre, chiudendo al 13° posto e a soli 12″ dal vincitore del prologo del Giro di Romandia. Lo spagnolo non si vedeva in corsa dall’ultima tappa della Vuelta di Spagna 2022, finita oltretutto al 3° posto della generale dietro a Remco Evenepoel ed Enric Mas.

Il corridore della UAE Team Emirates, prima della partenza della tappa di ieri, ha parlato con il quotidiano spagnolo Marca dei mesi più difficili, vissuti nella piena incertezza. «Mi sento molto meglio rispetto a qualche mese fa, ma ho ancora un po’ di dolore. I medici mi hanno comunque detto che non ci sono rischi nel provare a gareggiare. Quindi, con calma, proverò a testarmi in varie corse e vedrò come andranno le cose giorno dopo giorno. Gli ultimi mesi sono stati veramente molto duri e difficili. Ci è voluto tanto tempo per ottenere una diagnosi e ancora oggi non c’è la certezza assoluta del problema che ho avuto. Ho fatto tantissimi test e andavano sempre tutti bene. È frustrante quando ti dicono che va tutto bene, ma non puoi allenarti da quanto dolore provi».

Come detto anche dai medici che lo hanno seguito, non si è ancora certi rispetto alla diagnosi del problema accusato da Ayuso. Però lo spagnolo ha escluso un problema di tendinite, come invece sembrava in un primo momento. «Non posso metterci la mano sul fuoco, ma dovrebbe essere una nevralgia. Quindi una infiammazione che ha coinvolto nel mio caso il nervo surale, ossia un nervo che si trova nel polpaccio. È girata la notizia che avessi una tendinite, perché effettivamente mi faceva male il tendine d’Achille, ma dal punto di vista organico il tendine era a posto. Di certo è stato un infortunio complicato: appena salivo in bici avevo male, ma poi capitava che, dopo 2-3 ore di allenamento, il dolore sparisse. Ci sono stati giorni in sentivo veramente tanto dolore e altri in cui quasi non mi accorgevo del fastidio».

Il classe 2002 si è dichiarato molto contento di esser tornato a correre, anche se ancora il problema non è del tutto scomparso. «Essere al Giro di Romandia è un grande passo avanti. Un mese fa ancora non andavo neanche in bicicletta, mentre adesso, anche se non in grande condizione, posso dire di essere pronto per gareggiare. Però la strada da fare è ancora tutta in salita, in quanto con i medici della squadra siamo alla ricerca della soluzione definitiva, perché il dolore non è scomparso del tutto».

Diversi i trattamenti provati per risolvere il fastidio, ma alla fine sembra che la radiofrequenza sia stato l’unico a funzionare: «Questa terapia ha funzionato molto bene e dal momento in cui ho iniziato a seguirla, circa 5 settimane fa, ho ripreso ad andare in bici. I dottori ritengono che devo proseguire su questa strada e che, una volta che il nervo sarà guarito del tutto, non correrò il rischio di ricadute. E anche nella remota ipotesi in cui il dolore tornasse, almeno saprò cosa fare. Ho passato due mesi a dare di matto alla ricerca di una soluzione che sembra introvabile… Ma adesso posso guardare al futuro».

Ayuso ha concluso l’intervista parlando di come continuerà la sua stagione d’ora in poi. «Dopo il Romandia ho già una serie di gare pianificate, in modo da prepararmi bene per la Vuelta. Se esco bene dal Romandia il numero di gare aumenterà, altrimenti vedremo. In questo momento è ancora tutto da definire e non oso fare programmi specifici, anche se ho delle idee in testa».