Bartoli sul monocorona di Van Aert: «Caro Wout, alla Sanremo hai sbagliato ad usarlo»

Van Aert
Il monocorona con cui Van Aert ha corso la Milano-Sanremo 2023
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Appurata la vittoria di Mathieu Van der Poel alla Milano-Sanremo, si è discusso su cosa sia mancato agli avversari per contrastare il fuoriclasse olandese. Il rivale di sempre, Wout Van Aert, dato favoritissimo alla vigilia, pur essendo stato protagonista nel finale della Classicissima non è sembrato brillantissimo come alla Tirreno-Adriatico.

Tra i motivi che potrebbero aver influito abbiamo pensato alla scelta a sorpresa del monocorona, che potrebbe aver appesantito l’azione del belga più del dovuto.

Per vederci chiaro abbiamo cercato un parere autorevole, che possa darci un’analisi il più possibile plausibile. Abbiamo intercettato Michele Bartoli, espertissimo preparatore e uno dei migliori interpreti delle classiche di primavera a cavallo fra gli anni ’90 e 2000. Il toscano ha esordito dicendo che dal suo punto di vista la scelta di utilizzare un’unica corona anteriore sia stata principalmente una mossa di marketing di Sram, potenzialmente molto fruttuosa dal punto di vista pubblicitario.

Sicuramente Van Aert e il suo staff di meccanici hanno analizzato attentamente i pro e i contro prima di effettuare questa scelta, che però non era mai stata utilizzata in altre competizioni. La nostra sensazione è che questa scelta possa essere stata non proprio azzeccata.

«Sicuramente il corridore della Jumbo-Visma – afferma Bartoli – non ha avuto vantaggi particolari, anzi potrebbe addirittura essere stato penalizzato da questa scelta. Il monocorona per offrire uno sviluppo metrico adeguato a tutte le situazioni, ha un scarto metrico più grande tra un pignone e l’altro. Essendo la differenza maggiore tra un dente e l’altro è più difficile trovare il giusto rapporto, anzi addirittura in alcune situazioni non lo si trova proprio. Questo a lungo andare, pur su un percorso abbastanza lineare, ma sempre di 300 chilometri, può aver influito in maniera negativa sulla brillantezza di Van Aert, apparso nel finale leggermente più appesantito rispetto alle aspettative».

Un altro dato di fatto è che una corona da 52 denti è meno scorrevole (vista la maggiore resistenza al rotolamento) del classico 54 utilizzato fino alla vigilia della Classicissima, specialmente se poco utilizzata. Cambia il modo pedalare, data la differenza rispetto alla scala offerta dalla doppia moltiplica all’anteriore e può aver comportato anche alcuni scompensi a livello muscolare, facendo lavorare in maniera diversa gli arti inferiori.

In definitiva la scelta potrebbe aver portato più svantaggi che vantaggi, anche se in caso di vittoria Sram avrebbe avuto una pubblicità straordinaria, e magari non avremmo parlato di queste situazioni, ma da ciò che abbiamo osservato la sensazione dall’esterno conferma tutte queste ipotesi. Sram già in passato aveva provato a proporre questa soluzione, che per ora rimane adatta a percorsi totalmente pianeggianti e lineari, come ad esempio kermesse e circuiti di lunghezza non eccessiva o cronometro con percorsi scorrevoli, dove già abbiamo osservato in più di un’occasione il monocorona in azione.

www.sram.com

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