Adrie van der Poel e la Sanremo in tivù: «Mai visto Mathieu così forte. Questo successo lo farà correre più rilassato»

Adrie
Adrie Van Der Poel, papà di Mathieu, in una foto d'archivio.
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Adrie van der Poel ha visto da casa sua, alla televisione, suo figlio Mathieu vincere la Milano-Sanremo in maniera potente. Ha visto, insomma… Guardava solo ogni tanto, ma per vedere che suo figlio stava bene bastava un ‘lampo’. In Italia sono venute sua moglie Corinne Poulidor, che ha visto Mathieu vincere allo stesso modo di suo padre Raymond, esattamente 62 anni dopo, e Roxanne Bertels, la compagna del giovane van der Poel. «Io sono rimasto a casa tranquillo – dice Adrie – E l’ho vissuta a modo mio. Ho visto relativamente poco, solo un lampo ogni tanto. Ho fatto in modo di avere cose da fare tutto il giorno», ha raccontato l’ex campione olandese a Het Laatste Nieuws.

«Tuo figlio sta correndo lì. Penso che sia difficile immaginare cosa significhi. Può succedere di tutto. E non è la corsa più facile da vincere. Così mi tengo impegnato. Non penso che sia andato male alla Strade Bianche. Con una preparazione così breve e nessun ritmo di gara, lì non è stato assolutamente facile».

Uno dei “lampi” che Adrie ha avuto sono stati gli ultimi due chilometri, e gli hanno fatto una grande impressione. «Ho sicuramente visto gli ultimi due chilometri! Ho pensato che fosse una delle sue prestazioni più forti di sempre. Soprattutto in pianura, l’ho trovato calmo e tranquillo sulla bici. Mentre vedevo più ansia sulle altre facce. Wout, Filippo, Tadej: evidentemente erano andati in profondità sul Poggio. Non è una differenza immensa, ma nel finale sono andati un po’ meno».

Erano stati espressi dubbi sulle condizioni di van der Poel. Nella Strade Bianche e nelle tappe in salita della Tirreno-Adriatico, ad esempio, non era riuscito a lasciare il segno. Tuttavia, Adrie pensava che i dubbi fossero un po’ eccessivi. «Non mi è sembrato male alla Strade Bianche. E alla Tirreno ho notato soprattutto l’enorme pace che trasmetteva. Magari non ha funzionato come dovrebbe, ma ho anche visto frammenti di lui in cui ho pensato: ok, andrà bene».

Wout Van Aert e Johan Bruyneel hanno suggerito che van der Poel giocasse a nascondino, ma Adrie lo contesta. «Aveva solo bisogno di quella corsa a tappe per raggiungere il suo miglior livello. Alla fine, è stata giusta anche la decisione della squadra di tenerlo in Italia dopo. Ha dato i suoi frutti».

Con la Milano-Sanremo è iniziata davvero la stagione delle classiche. Ora arriveranno gare importanti sulle strade fiamminghe, a partire dalla fine di questa settimana. «Se presto vedremo all’opera un Mathieu ancora più forte? Forse un po’ di più, sì. Gli servirà il riposo necessario e questo successo lo farà correre in modo diverso. Più rilassato. Perché comunque la sua primavera non può andare storta».