Quando ascolta le affermazioni di Boonen e De Wolf sulla bicicletta di Pogacar, Beppe Saronni sorride e la butta a ridere: «E meno male! Pensate se Pogacar seguendo i loro consigli vincesse tutte le corse, sempre. Sai che noia per gli appassionati…»
«Eppure – racconta – ricordo che Boonen venne qualche tempo fa in Colnago ad acquistare una bicicletta perché le riteneva di gran lunga la migliore…»
«Ma siamo seri – continua – io credo che per giudicare una bicicletta ci vorrebbero argomenti solidi, mentre affermazioni così generiche mi sembrano più figlie di simpatie personali. E poi mi fa specie che corridori di quel livello non sappiano quali siano i rapporti tra squadre di alto livello ed i costruttori: la ricerca è continua e nessuno è mai soddisfatto dei livelli raggiunti perché si cerca sempre di migliorarsi».
«Parlare di differenze tali da provocare una differenza clamorosa nel rendimento della bicicletta mi sembra davvero azzardato, per usare un eufemismo».
Saronni ha legato tutta la sua carriera al marchio di Cambiago e nessuno meglio di lui ne conosce la storia, la filosofia, l’impegno.
«Mi sembrano davvero affermazioni prive di fondamento. Chi è competente sa benissimo che l’influenza che ha la penetrazione di una bicicletta nell’aria è davvero minima, mentre gli studi scientifici veri dimostrano che è molto più importante la posizione del corridore sulla bicicletta. Respirare bene, potere mantenere la stessa posizione, rendere al massimo per più ore sono i veri temi sui quali lavorare. Se ci fate caso, guardate le posizioni nelle cronometro. Vedrete che oggi i corridori hanno una posizione più alta rispetto al passato perché gli studi hanno accertato che i vantaggi di un corridore che lavora al meglio sotto sforzo, con particolare riferimento alla respirazione ed alla comodità della posizione, ha maggiori vantaggi rispetto ad una posizione aerodinamica che ne penalizza il rendimento».