Vegni, corsa contro il tempo per il Giro Under 23: «Soluzioni semplici e praticabili, abbiamo un disegno in mente»

Vegni
Mauro Vegni, direttore di corsa del Giro d'Italia alla presentazione del Gran Finale di Roma 2023
Tempo di lettura: 2 minuti

Mauro Vegni, direttore di corsa del Giro d’Italia, non poteva mancare alla presentazione dell’ultima tappa della corsa rosa a Roma. Un obiettivo raggiunto quello di riportare la carovana sulle strade della capitale e che è motivo di orgoglio per lui e tutto il suo staff. L’occasione però ci ha permesso di parlare anche del Giro Under 23 e del Giro Donne, acquisiti proprio da RCS Sport: il tempo per organizzare le due prove stringe e per arrivare pronti all’appuntamento ci sarà da sudare.

Vegni, partiamo dall’inizio. Perché avete scelto di prendere in carico le due corse?

«Perché ci rendiamo conto dell’importanza dei due eventi per il ciclismo dilettantistico e per quello femminile. Sono prove di riferimento, al pari del Giro d’Italia per i professionisti, ma per dare garanzia di continuità nel tempo e allestire delle corse qualitativamente importanti credo sia necessario affidarsi anche a una società che da anni opera ad altissimi livelli».

Il progetto quindi è a lungo termine?

«Assolutamente sì. Abbiamo mandato fino al 2027, quindi cinque anni per il Giro Under e quattro (a partire dal 2024 ndr) per il Giro Donne, ma per noi sarà prima di tutto un banco di prova. Noi ovviamente vorremmo andare oltre quella data, ma dobbiamo dimostrare di meritarci il prolungamento, presentando corse allettanti, sicure, belle dal punto di vista delle località toccate, così come accade con la corsa dei pro’».

I tempi per il Giro Under però stringono…

«Purtroppo per questa stagione dobbiamo rincorrere: l’ufficialità dell’assegnazione è arrivata da poco, ma ci siamo messi subito a lavoro per allestire il percorso. È chiaro che quest’anno andremo a trovare le soluzioni prima di tutto più praticabili e semplici, visti i tempi, ma vogliamo mettere anche le basi per i prossimi anni».

Avete già una bozza di percorso?

«Un disegno tra di noi lo abbiamo, ma dobbiamo vedere prima di tutto se gli enti locali sono disponibili. Non c’è nulla di ufficiale, chiaramente, ma non partiamo totalmente da zero».

Che tempi vi date?

«Non abbiamo date di scadenza, sappiamo che il Giro Under è stato collocato in calendario dal 10 al 17 giugno, quindi abbiamo un po’ di spazio. Dire con certezza quando avremo il disegno della corsa pronto è attualmente impossibile».

Chi si occuperà della direzione di corsa? Tuo figlio Fabio ha lavorato per sei anni con Selleri e Pavarini…

«E continuerà a lavorare con loro di ExtraGiro, quindi non sarà il direttore di corsa del Giro Under organizzato da RCS. Ma è ancora presto per dire chi si occuperà della direzione, quella è l’ultima cosa che ci preoccupa».

Passando al Giro Donne, l’arrivo del Tour lo scorso anno cambia le carte in regola?

«Tra le donne partivamo con un po’ di vantaggio, ma è chiaro che il Tour è entrato a gamba tesa nel calendario femminile. Io ho vissuto epoche in cui anche il Giro dei professionisti era davanti al Tour, poi ci siamo persi per strada e ci sono passati davanti. Non bisogna pensare di essere portatori di una unicità che non c’è, quindi dovremo combattere ogni anno per dimostrare cosa siamo capaci di fare».