D’Amato: «Dopo alcune incomprensioni con la Carnovali, sarò l’uomo veloce della Biesse-Carrera»

D'Amato
Andrea D'Amato con la nuova maglia della Biesse-Carrera (foto: Biesse-Carrera)
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Andrea D’Amato è stato una delle sorprese del finale di stagione del 2021. Dopo diversi piazzamenti nella parte centrale dell’anno, centrò tre vittorie fra settembre e ottobre: Medio Polesine, Sannazzaro e Coppa d’Inverno. Per il 2022 sembrava destinato a diventare un primattore della categoria Under 23, ma purtroppo la realtà non ha rispecchiato le aspettative. Problemi di salute e comunicazione con la sua ex squadra, la Carnovali Rime Sias, lo hanno frenato. Per quest’anno ha deciso di cambiare aria ed accasarsi alla Biesse-Carrera, da dove vuol ripartire e mettersi in mostra per meritarsi il passaggio nel professionismo.

Andrea, come sta andando la preparazione per il 2023?

«Sta andando bene, sono ripartito prima del previsto poiché per me la stagione scorsa è finita prima del previsto a causa della fine del rapporto con la mia ex squadra. Quindi, circa a metà ottobre, sono ripartito. Ho avuto un piccolo problema al ginocchio, ma l’ho già risolto».

Hai mantenuto le vecchie abitudini o cambiando società hai cambiato anche preparazione?

«Per quest’anno, in accordo con la Biesse-Carrera, ho deciso di farmi seguire da un preparatore della mia zona, Marco Maggi, con il quale sto affrontando una preparazione più specifica e mirata rispetto al passato».

Facciamo un passo indietro: come ti sei avvicinato al ciclismo?

«Ho iniziato da giovanissimo sulle orme di mio padre, che si allenava e faceva l’amatore. In un primo momento correvo in mountain bike, poi da giovanissimo ho iniziato ad alternarla con la strada, a cui mi sono dedicato dagli allievi in poi col Team Giorgi, con il quale ho trascorso anche il biennio fra gli juniores».

La tua formazione in mountain bike ti ha dato qualcosa in più rispetto a chi, magari, ha pedalato soltanto su strada?

«Senz’altro, mi sento molto a mio agio in discesa e sento di aver qualcosa in più nell’aspetto tecnico in generale».

Perché hai scelto la Biesse-Carrera?

«Mi ha cercato il direttore sportivo, Dario Nicoletti, nel corso della passata stagione. Avevo diverse proposte ma alla fine ho optato per questo gruppo, vista la fiducia che riponevano in me e il ruolo che volevano affidarmi. Cercavano un uomo veloce su cui puntare e che potesse fare da riferimento. Fanno un bel calendario, fitto di gare a tappe e con i professionisti, in Italia e all’estero. Mi hanno offerto la possibilità di avere una visibilità maggiore rispetto a quella che avrei ottenuto affrontando un calendario più tradizionale».

Cosa non ha funzionato l’anno scorso?

«E’ stata una stagione travagliata e discontinua. Subito dopo le prime gare ho iniziato a manifestare un malessere e non capivamo cosa fosse, non finivo le gare e perdevo le ruote molto facilmente. Con la Carnovali i primi problemi sono sorti lì, poiché credevano che fosse più un problema mentale che fisico: pensavano che non facessi la vita e che non m’impegnassi, insomma. Invece poi mi è stata riscontrato il citomegalovirus, che mi ha costretto ad un mese di stop fino a giugno. Una volta rientrato, avevo perso tutta la base fatta e ho limitato i danni fino alla fine della stagione. Che per me, viste anche le incomprensioni con la squadra, è terminata a metà settembre».

Inoltre, a gennaio, avevi appreso che Mario Chiesa non sarebbe rimaso nella squadra.

«Era il mio riferimento, mi trovavo molto bene con lui e gran parte dei risultati del finale del 2021 erano arrivati grazie al suo supporto durante il periodo della maturità, dove mi ha aiutato a restare concentrato e a non mollare. Perderlo è stato un brutto colpo, ma d’altronde cosa potevamo fare?».

Dove esordirai quest’anno?

«Partirò dalla Coppa San Geo, l’obiettivo è quello di partire forte e fare bene fin da subito nelle prime uscite stagionali».

Nei tuoi programmi ci sarà la possibilità di fare qualche puntatina con la nazionale?

«Spero di sì. Sono in contatto con Amadori e dovrei partecipare ad un collegiale con gli azzurri già a marzo».

C’è qualche corsa che quest’anno ti piacerebbe vincere più di altre?

«No, punto a fare il meglio possibile, non c’è una gara precisa. Di sicuro voglio cominciare come si deve e fare bene sin da subito nelle gare di marzo. Se proprio devo sognare anche in ottica futura, la corsa delle corse per me è la Milano Sanremo, che fra l’altro parte non lontanissimo da casa mia».