Lorenzo Rinaldi sceglie la Biesse: «Porto con me una grande esperienza, ma preferisco correre in Italia. Con Milesi e Nicoletti c’è stata subito intesa»

Rinaldi
Lorenzo Rinaldi è uno dei pochi talenti italiani che per il passaggio tra gli Under 23 ha scelto una formazione straniera, nel suo caso la Tudor Pro Cycling Team di Fabian Cancellara (foto: Rinaldi)
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Il diploma, l’esperienza all’estero con la magia della Tudor, il rapporto con Fabian Cancellara. È vero, non è stato un anno brillante dal punto di vista dei risultati, ma di certo Lorenzo Rinaldi porterà con sé quanto imparato nella passata stagione. Per il futuro ha scelto la Biesse, dove troverà in ammiraglia due diesse come Milesi e Nicoletti, un ritorno in Italia che il giovane corridore ha a inseguito.

Perché hai scelto di tornare?

«Per un ragazzo italiano correre all’estero non è mai facile, in Svizzera poi il calendario non è così ampio. Al di là di tutti i problemi che ho avuto, non ho fatto molte gare e sono convinto che in Italia ci siano gare di qualità maggiore. Mi sono ritrovato un po’ chiuso e così ho scelto di tornare indietro».

Molti dicono che all’estero ci sia più competitività, non sei d’accordo?

«Quando si corre in Belgio, in Francia o in Olanda sì, in Svizzera un po’ meno. Poi questa esterofilia la capisco fino a un certo punto, siamo un paese con forte tradizione ciclistica. Chi altro può vantare il Recioto, il Belvedere, il Piva, il Piccolo Lombardia, Poggiana e tutte queste altre gare?»

Cosa ti porti dietro dalla tua esperienza?

«È stato un anno molto formativo. Sono cresciuto come persona, ho migliorato sensibilmente la lingua inglese e ho appreso un modo di lavorare completamente diverso, uno stile e una mentalità a cui noi non siamo abituati. Insomma, ho creato il mio bagaglio».

Quando parli di stile e mentalità diversa cosa intendi?

«Non c’è l’ossessione che abbiamo in Italia, quella fretta che porta anche i ragazzi juniores ad allenarsi come professonisti. Credo ci sia più calma e attenzione, oltre al fatto che le gare sono meno nervose: da noi è un rincorrersi dal primo all’ultimo chilometro».

Lorenzo Rinaldi con la nuova maglia della Biesse Carrera Premac

Oltre al calendario cosa non è andato come previsto nel 2022?

«Nella prima parte di stagione la squadra ha deciso di lasciarmi tranquillo per permettermi di raggiungere il diploma, così da iniziare bene la stagione al Giro della Valle d’Aosta. Purtroppo proprio lì, alcuni compagni che erano in stanza con me, mi hanno attaccato un virus, tanto che la mia corsa è durata solamente tre giorni. I tempi di recupero però si sono dilatati, rallentando dunque la mia stagione».

Il rimpianto maggiore?

«Il Valle d’Aosta, senza alcun ombra di dubbio. Ci tenevo particolarmente, è una corsa che si addice molto alle mie caratteristiche e abbandonarlo per un virus mi ha infastidito non poco. Voglio tornarci quest’anno per dimostrare di poter lottare nelle tappe più dure».

Hai scelto la Biesse, perché?

«Sono entrato in contatto con la Biesse grazie al mio procuratore e Mattia Viel, l’ex professionista a cui sono molto legato e va il mio ringraziamento. Ci siamo incontrati con la squadra, abbiamo effettuato dei test e subito è nato un bel rapporto di fiducia reciproca».

Hai conosciuto Milesi e Nicoletti?

«Assolutamente sì, sono due diesse che hanno grande esperienza sia sulla bici sia in ammiraglia. Mi è capitato di parlarci più volte e mi sono apparsi fin da subito molto interessati a fare qualcosa di importante insieme. Spero di poter ripagare la loro fiducia con dei risultati, già da quest’anno».

Come procede la tua preparazione?

«Direi piuttosto bene. Domenica andiamo in Spagna ad allenarci per tre settimane e fare dei carichi di lavoro importante per il debutto stagionale. Dovrei iniziare a fine febbraio, ma il calendario è tutto in fase di preparazione, credo mi concentrerò principalmente sul mese di aprile, dove sono collocate le principali classiche di primavera. Poi spero nel Giro d’Italia Under 23, se si farà…»