VUELTA A SAN JUAN 2023 / Evenepoel punta alla tappa di montagna. «Per la classifica sarà più dura di tre anni fa»

Remco Evenepoel
Remco Evenepoel durante la conferenza stampa prima dell'inizio della Vuelta a San Juan 2023 (foto: Sprintcycling)
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SAN JUAN – Si presenta in jeans scuri, maglietta d’ordinanza della squadra e un paio di vistose sneakers bianche con l’iride di campione del mondo ben in evidenza.
Il sorriso fresco e un po’ curioso di Remco Evenepoel illumina la sala assiepata di giornalisti per una conferenza stampa che alla fine, tra domande, traduzioni simultanee e risposte abbastanza lapidarie, durerà poco più di una ventina di minuti…

Remco, rieccoci qui. Come stai?

«Sto bene! E’ un grande onore per me debuttare in questa corsa con la maglia di campione del mondo sulle spalle e per giunta come campione uscente avendo vinto l’edizione del 2020, l’ultima disputatasi prima dello stop per il covid. Sì, sono contento e molto fiducioso».

Quando sei arrivato in Argentina?

«Sono arrivato a San Juan l’undici di gennaio, una decina di giorni prima rispetto all’inizio della corsa. Con la squadra (in ammiraglia c’è Davide Bramati, ndr) abbiamo avuto tutto il tempo per ambientarci al clima torrido dell’estate argentina riuscendo anche a pedalare qualche finale di tappa che potrebbe rivelarsi particolarmente insidioso. Dunque, direi che l’avvicinamento all’inizio della mia stagione non poteva andare meglio».

A proposito del successo conquistato tre anni fa: sei qui per rivincere la corsa?

«Mi piacerebbe ma onestamente non è questo il mio obiettivo principale. Siamo qui per aiutare Fabio Jakobsen a vincere le tappe veloci e per quanto mi riguarda l’obiettivo potrebbe essere vincere la tappa “regina”, quella dell’Alto Colorado. I miei veri obiettivi arriveranno più avanti».

Chi è secondo te il favorito per la vittoria della “generale”?

«Beh, direi che ci sono tanti buoni corridori soprattutto sudamericani che corrono in casa e che sono già molto avanti con la preparazione. Per me poi, a differenza del passato, l’assenza di una cronometro peserà negativamente sulla possibilità di ripetere il successo del 2020, non vi pare?».

Remco, da quel successo quanto sei cambiato? Si può dire che la tua storia di grande campione sia cominciata proprio qui, alla Vuelta a San Juan?

«Sì, direi di sì! Innanzitutto sono più vecchio di tre anni (sorride, ndr). Poi direi che sono stati tre anni particolarmente intensi dove ho vinto molto ma dove ho anche dovuto superare momenti difficili e sofferti come la grave caduta al Lombardia e tutta la riabilitazione che ho dovuto sostenere. Alti e bassi che mi hanno comunque rafforzato e fatto maturare sia come corridore che come uomo».

Cosa ti aspetti dalla tappa più dura della corsa? Hai detto che vincerla sarà il tuo primo obiettivo della stagione…

«Sì, è così. La quinta tappa, quella che si concluderà in cima all’Alto Colorado, sarà un bel banco di prova per valutare lo stato della mia condizione anche perché una cosa vuol dire fare un certo tipo di sforzo in allenamento, altra cosa è farlo in gara. Vedremo».

Per il resto come vivrai questa Vuelta a San Juan?

«La vivrò con lo spirito giusto e cioè con il piacere di allenarmi, di divertirmi e di godermi lo spettacolo di una corsa che mi piace molto non solo per come sono disegnate le tappe ma anche per il calore della gente e per la bellezza dei paesaggi che attraverseremo».