Tour de France 2023, Prudhomme difende la mancanza di cronometro: «Penalizzerebbero la corsa, la sfida tra scalatori e passisti appartiene al passato»

Prudhomme
Christian Prudhomme, direttore del Tour de France (foto: A.S.O./Boukla)
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Dopo la presentazione del Tour de France 2023, Christian Prudhomme, direttore di corsa, si è espresso a difesa della mancanza di chilometri a cronometro nel percorso. Solamente una tappa sarà contro il tempo, la sedicesima ovvero la prima della terza settimana. Ventidue chilometri da Passy a Combloux che, osservando l’altimetria, non risultano nemmeno così adatti agli specialisti delle crono.

Una lacuna mai vista nella storia moderna del Tour. Prudhomme l’ha spiegata così alla stampa presente al Palazzo dei Congressi di Parigi: «Le prove a cronometro hanno la tendenza a paralizzare la gara. In questa scelta ho assecondato le tendenze attuali del ciclismo, dove le prove contro il tempo minacciano il divertimento e l’entusiasmo della corsa durante le tre settimane. Preferisco vedere lottare i corridori spalla a spalla fin dalla partenza».

Prudhomme ha basato la sua tesi riferendosi allo caratteristiche dei migliori corridori del momento: molto forti sia in salta che a cronometro. Proprio come gli ultimi due vincitori del Tour de France: Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar. «Quando ero bambino andava in scena sempre una rivalità tra scalatori e cronomen, un duello tra generi opposti – ha proseguito il direttore della Grande Boucle – C’era un Jacques Anquetil che era un grande passista ma ha sofferto in montagna, e poi L’Aquila di Toledo, Federico Bahamontes, che volava in montagna ma perdeva terreno contro il tempo. Così si dovevano inserire le cronometro, affinché la corsa si equilibrasse. Ora siamo tornati in un ciclismo offensivo, con corridori capaci di vincere quasi ovunque».