Mondiali Wollongong 2022 / Evenepoel continua a scrivere la storia: tutti i numeri e i record della vittoria iridata

Evenepoel
Remco Evenepoel sul podio dei mondiali di Wollongong
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Un fiume di numeri e di record. La vittoria nella prova in linea dei Mondiali Wollongong 2022 di Remco Evenepoel ha scritto una nuova pagina di storia del ciclismo. Annali da aggiornare per un successo, dunque, storico che eguaglia primati leggendari, per tanti anni nemmeno sfiorati. Fino a che la “generazione di fenomeni” è arrivata a vestire la maglia iridata con chi l’ha guidata in questa stagione: il fenomeno belga Evenepoel. La tripletta di Peter Sagan (2015, 2016, 2017), il colpo dell’Embatido Alejandro Valverde (2018), quel primo segnale che qualcosa di nuovo stesse arrivando con Mads Pedersen (2019), il bis di Julian Alaphilippe (2020, 2021) hanno ceduto il testimone agli affamati “enfant prodige”, che nell’ultimo paio di stagioni già stavano divorando tutto quello che c’era nel piatto del grande ciclismo.

L’ultimo morso l’ha dato Evenepoel, sbarazzandosi della concorrenza con una facilità incredibile e firmando un capolavoro, al termine di una stagione imperiale che porta ad affiancare il proprio nome a quello dei miti di questo sport. Vediamo perché, leggendo in numeri il successo del belga di Aalst, pronto ad aprire presto il suo anno iridato.

Mondiali Wollongong 2022: i numeri della vittoria di Remco Evenepoel

22 e 242 – Gli anni e i giorni di Evenepoel, il settimo vincitore iridato più giovane della storia. I sei che l’hanno preceduto sono suoi connazionali e due statunitensi. In ordine Karel Kaers, il primatista, nel 1934, campione del mondo a 20 anni e 76 giorni, seguito da Jean-Pierre Monseré nel 1969 (21 anni e 342 giorni), poi i due americani Lance Armstrong nel 1993 (21 anni e 342 giorni) e Greg Lemond (22 anni e 70 giorni), poi il Cannibale Eddy Merckx nel 1967 (22 anni e 78 giorni), Georges Ronsse nel 1928 (22 anni e 165 giorni).

10 – Le stagioni senza maglia iridata per un corridore del Belgio. L’ultimo a riuscirci fu Philippe Gilbert nel 2012 a Valkenburg con un grande colpo da finisseur. Dieci anni esatti dopo lo succede Evenepoel, nell’anno in cui Gilbert lascerà il ciclismo.

Il Mondiale di Remco Evenepoel in quaranta secondi

4 – Questa è forse la statistica più eclatante. Fino a ieri il club ristretto dei vincitori di una classica Monumento, un grande Giro e la prova in linea del Mondiale nella stessa stagione era formato da tre persone. Lo inaugurò il “trombettiere di Cittiglio” Alfredo Binda che nel 1927 realizzò per primo la tripletta vincendo Il Lombardia, il Giro d’Italia e il Mondiale di Nürburgring. Poi si unì Eddy Merckx che nel 1971 trionfò alla Milano-Sanremo (ma anche alla Liegi-Bastogne-Liegi e Il Lombardia), al Tour de France e al Mondiale di Mendrisio dopo un testa a testa fino all’ultimo metro con Felice Gimondi. Nove anni dopo riuscì nell’impresa più versatile anche Bernard Hinault: il Tasso nel 1980 vinse la Liegi con un numero straordinario (all’arrivo più di nove minuti di vantaggio sul secondo classificato Kuiper), il Giro d’Italia, e il Mondiale di Sallanches per la gioia dei tifosi di casa. Quarant’anni il club accoglie un nuovo membro, Remco Evenepoel, il più giovane ad entrarci battendo per 130 giorni Merckx. Quest’anno sua la Liegi, la Vuelta di Spagna e il Mondiale di Wollongong.

4 (bonus) – C’è un altro club che da ieri è composto da quattro corridori. Si tratta di quello dei vincitori di una medaglia sia nella cronometro che nella prova in linea di una stessa edizione di un Mondiale. Un club aperto nello stesso anno, 1995, a Duitama da una coppia spagnola: Miguel Indurain, oro nella cronometro e argento nella prova in linea, e Abraham Olano per il quale bisogna invertire i piazzamenti del precedente: argento nella cronometro e oro in linea. Passano venticinque anni prima che un altro corridore riesce a salire sul podio di entrambe le gare. Nel 2020 a Imola ci riesce Wout van Aert, argento in entrambe le prove. Per aprire le porte a Evenepoel che a Wollongong ha conquistato prima il bronzo contro il tempo e poi l’oro nei 226,9 chilometri in linea.

2 – Il numero dei soli corridori che hanno vestito la maglia iridata da junior e poi da professionista. Prima l’ha fatto Greg Lemond vincendo il Mondiale Juniores nel 1979 e ripetendosi tra i grandi nel 1983 a Altenrhein e nel 1989 a Chambéry. L’unico fino a ieri quando Evenepoel ha ripetuto il successo iridato conquistato da junior impressionando tutti nel 2018 a Innsbruck: un predestinato.

2’21” – Il distacco che Evenepoel ha inflitto al secondo classificato Cristophe Laporte. Il più ampio in un Mondiale da quello fatto registrare a Imola 1968. In quell’occasione Vittorio Adorni, vincitore, tagliò il traguardo 9’50” prima del secondo Herman Van Springel.

25,8 – I chilometri in solitaria percorsi da Evenepoel prima del traguardo, quando ha deciso di alzarsi sui pedali e lasciare Alexey Lutsenko, involandosi verso la vittoria. È l’azione decisiva più lunga in un Mondiale dal 1990. Seguono i 17,4 chilometri di Julian Alaphilippe a Lovanio 2021, i 17 di Abraham Olano nel 1995 a Duitama, i 12 di Alaphilippe, di nuovo, a Imola 2020 e gli stessi di Lance Armstrong a Oslo 1993.