Garofoli sta per tornare: «Una liberazione, non vedo l’ora di correre. Che emozione risalire in bicicletta dopo tanti mesi»

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Gianmarco Garofoli al Tour of Oman 2022
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Poche parole bastano per capire l’emozione di Gianmarco Garofoli. Poche semplici parole che dicono tutto della sua voglia di tornare. «Il 9 settembre riattaccherò nuovamente il numero alla schiena. Si ricomincia a correre». I mesi passati a guardare le corse dal divano di casa, la bicicletta appoggiata al muro per diverse settimane, la paura di dover smettere così giovane, fino al via libera dei dottori per riprendere ad allenarsi. «Una liberazione», la chiama Gianmarco.

Raccontaci quel momento…

«Nel corso di questi mesi ho fatto diversi esami e controlli per capire se la situazione stesse migliorando. Progressivamente notavamo che le cose stavano andando per il verso giusto, finché il 7 luglio non ho ricevuto l’ok per tornare in sella. Non vi dico l’emozione…»

Come hai ripreso? E con che intensità?

«Chiaramente siamo andati molto con calma. Uscite molto leggere, a bassissima intensità, per riabituarmi a pedalare. Tre settimane molto tranquille che mi hanno permesso di riprendere confidenza con la bicicletta e le strade».

E poi?

«Poi con un secondo via libera dei dottori che mi hanno seguito e non finirò mai di ringraziare, sono partito il 2 agosto per Livigno. Solamente domani terminerò il mio stage in quota. Le prime due settimane le ho fatte lì, aumentando progressivamente i lavori, le successive invece le ho trascorse sul Pordoi insieme ad alcuni compagni di squadra».

Garofoli, come ti senti? Quali sono le tue sensazioni?

«Al momento io sto bene, anche se chiaramente non pedalare per tre mesi si fa sentire. Anche recuperare il ritmo gara non sarà semplice, io però sono un ambizioso e la mia asticella è sempre molto alta. Tornerò a correre il 9 settembre per un trittico in Puglia con la maglia della nazionale, non vedo l’ora».

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Gianmarco Garofoli in azione agli Europei di Trento con la maglia azzurra

L’Astana cosa ti ha detto? Passerai professionista il prossimo anno e come gestirà il tuo finale di stagione?

«La squadra è sempre stata al mio fianco e mi ha fatto sapere che non vuole assolutamente mettermi fretta. Parlare di professionismo ora ha poco senso, anche perché la Development lavora a stretto contatto con la prima squadra e c’è la possibilità anche in questo finale di stagione di correre con i grandi. Vedremo però di volta in volta in base a come andranno le cose…»

Cosa ti porti dietro da questa esperienza?

«Sono cresciuto molto, mi sento più maturo. L’esperienza mi ha insegnato a non fare troppi programmi perché può succedere di tutto e i piani possono saltare da un momento all’altro».

Hai seguito l’Avenir? Che idea ti sei fatto?

«Non l’ho seguita eccessivamente, il rammarico di non esserci stato è tanto. Al di là di questo sono stato felicissimo per la nazionale. Sono andati davvero forte: Milesi con la tappa vinta e Piganzoli-Fancellu in classifica generale si sono difesi davvero bene.»