Tour de l’Avenir 2022, parla Amadori: «Milesi voto dieci, Bruttomesso e Dapporto rimandati»

Amadori
Marino Amadori in una foto d'archivio al Giro Under 23
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Marino Amadori è tornato a casa dal Tour de l’Avenir ieri sera alle 22 e 30 con la sensazione che la spedizione azzurra potesse raccogliere di più. O almeno queste erano le sue aspettative alla partenza della corsa francese. Considerando i problemi avuti dalla nazionale italiana, il bottino è ottimo: una vittoria di tappa, il quinto e il sesto posto in classifica generale, un paio di podi di giornata e il successo nella classifica a squadre. E questi bei risultati vanno attribuiti soltanto a tre corridori: Milesi, Piganzoli e Fancellu.

Amadori, andiamo con ordine. Cosa intendi quando affermi che ti aspettavi di più?

«Come si sapeva, fin dall’inizio abbiamo dovuto confrontarci con assenze pesanti come quelle di Garofoli, Frigo e Germani. Col senno di poi, alla luce di tutto quello che ci è successo nelle ultime due settimane, devo dire che abbiamo raccolto il massimo. Complimenti davvero a Milesi, Piganzoli e Fancellu: tre ragazzi d’oro che hanno dato il massimo per la causa azzurra».

Al termine della settima tappa, Piganzoli era quarto a 1’20” dalla maglia gialla di Hessmann. Avete mai pensato di provare a vincere?

«Il banco abbiamo provato a farlo saltare nella sesta tappa, quella successiva alla cronosquadre, inserendo Fancellu nella fuga di giornata. Purtroppo non c’è stato niente da fare, la Germania si è messa a tirare e alla fine la vittoria se la sono giocata i migliori, con Piganzoli che ha fatto terzo. Per l’ultima tappa, invece, abbiamo preso una decisione precisa».

Piganzoli
Davide Piganzoli della Eolo-Kometa in una foto d’archivio. Quinto posto in classifica generale all’Avvenir e ora Amadori pensa di convocarlo per il mondiale

Quale?

«La coperta era corta, inutile negarlo: in tre avrebbero dovuto pensare a difendere i piazzamenti nella classifica generale e possibilmente a centrare il successo di tappa. Quando ci siamo accorti che il podio era irraggiungibile, abbiamo scommesso sull’ottima condizione di Milesi per toglierci una soddisfazione. E’ andata bene. Mi dispiace che Piganzoli sia scivolato dal quarto al quinto posto, ma una volta giù dal podio non è una posizione in più o in meno a fare la differenza».

Nelle prime frazioni immaginavi un Bruttomesso più competitivo?

«Allora, io lo avevo convocato perché lo reputo un bel talento, ma ero assolutamente consapevole del fatto che il suo obiettivo principale doveva essere quello di fare esperienza. La tappa centrata al Giro era molto più lineare di quelle dell’Avenir, corse ad un ritmo folle e piene di attacchi e ventagli negli ultimi cinquanta chilometri. E’ giovane, deve ancora crescere sotto tanti punti di vista e non l’ho visto competitivo al massimo delle sue capacità. Un’esperienza negativa, ma formativa».

Un giudizio, il tuo, che tiene conto anche del fatto che lui e Dapporto sono finiti fuori tempo massimo nella seconda cronosquadre, quella più lunga. Cos’è successo?

«Devo dire che fino a quel momento Dapporto si era comportato bene: generoso, coraggioso, voglioso di mettersi in mostra ma anche di aiutare i compagni. Lo avevo apprezzato. Purtroppo il giorno prima della cronosquadre è caduto e i dolori, pur senza fratture, si sono fatti sentire. Ma loro sanno come la penso, per l’inesperienza che hanno commesso non ci ho dormito la notte».

Ovvero?

«La soglia del tempo massimo era il 25 per cento del tempo impiegato dalla squadra vincitrice. La Germania, la nazione che più di ogni altra mi ha impressionato, ha vinto in 32’43”: per rimanere in gara bisognava tagliare il traguardo con un ritardo non superiore a otto minuti e una manciata di secondi. Io ero raccomandato: il 25 per cento del tempo del vincitore sembra tanto, ma non lo è. Li avevo messi in guardia, insomma».

Fancellu
Alessandro Fancellu della Eolo-Kometa, sesto al Tour de l’Avenir 2022. Amadori è felice della sua crescita (Credito Photo: Atila Madrona)

E invece?

«Evidentemente non è bastato. Considerando la stanchezza e gli acciacchi, mi aspettavo che si staccassero da validi passisti come Piganzoli e Milesi. Ma l’hanno presa sottogamba: con l’idea di salvare le energie per il giorno successivo, hanno adottato un ritmo troppo blando e si sono ritrovati fuori tempo massimo. Da errori del genere si può soltanto imparare».

Amadori, continuano i problemi anche per Martinelli, che purtroppo non è ripartito per la settima tappa. Come l’hai trovato?

«Ti dirò, nella prima metà di Avenir lo avevo visto bene: dignitoso anche in un esercizio delicato come la cronosquadre, lui che è scalatore e non passista. Poi, purtroppo, d’accordo col medico abbiamo dovuto fermarlo per alcuni problemi di stomaco. Peccato, negli ultimi mesi non ha avuto fortuna e nelle ultime tre tappe ci avrebbe fatto comodo averlo».

Quando si è decisa la classifica generale. Alla fine Piganzoli e Fancellu si sono comportati egregiamente: quinto il primo e sesto il secondo.

«Mi sono piaciuti entrambi: Piganzoli con la sua crescita regolare e Fancellu finalmente sereno e grintoso come dev’essere un giovane col suo talento. E’ normale che nell’ultima tappa, ad esempio, Fancellu abbia fatto meglio di Piganzoli: recupera meglio e ha un fondo maggiore, avendo nelle gambe qualche corsa in più tra i professionisti».

Piganzoli terzo in una tappa mossa, nervosa e vinta da un uomo da classiche come Grégoire vuol dire che l’italiano può cimentarsi con successo anche nelle corse di un giorno?

«Quel risultato ha stupito anche me. Ha fatto davvero una bella volata al termine di una giornata atipica. Piganzoli è sveglio, si muove bene ed è costante. Tant’è che l’ho inserito anche nella lista mondiale: devo ancora decidere, ma non escludo di convocarlo. In Australia correremo all’attacco e uno come lui potrebbe farmi comodo».

Bello rivedere pimpante Fancellu, che in alcuni momenti sembrava essersi smarrito.

«Una scommessa vinta, direi. Si è sentito parte del gruppo, non si è mai tirato indietro, ha stretto i denti quand’era necessario e torna a casa con un buon piazzamento. Ma più che del resto dev’essere soddisfatto del piglio che ha dimostrato. L’ho trovato sereno, leggero, grintoso, motivato. Spero che, com’è successo con Zana lo scorso anno, questa esperienza gli sia servita per guadagnare fiducia in vista del ritorno tra i professionisti».

Lorenzo Milesi vince l’ultima tappa del Tour de l’Avenir 2022. Per Amadori il suo voto è dieci! (foto: AnoukFlesch)

E’ l’ennesima testimonianza del fatto che alcuni talenti vanno saputi aspettare.

«Non finirò mai di dirlo: la categoria degli Under 23 rimane di passaggio. Non è qui che un corridore deve vincere in continuazione. Tuttavia, allo stesso tempo, bisogna prendere atto che il ciclismo è cambiato. Non è un caso che dei sei azzurri il più brillante e rispettato in gruppo fosse Milesi, che correndo nella Dsm ha avuto svariate opportunità di misurarsi in quelle corse in cui sono presenti le migliori continental e development del mondo».

Amadori, è Milesi la nota più lieta della spedizione azzurra?

«Sì, senza il minimo dubbio. Se dovessi dargli un voto, sarebbe un dieci pieno. E’ stato il cervello in corsa, il mio uomo di fiducia all’interno del gruppo. Ha tenuto insieme quello che era rimasto del gruppo con una maturità notevole. E’ forte in pianura, abile nei ventagli, rimane lucido nei momenti più tesi. E non ha paura delle responsabilità: ieri sapeva che contavamo su di lui per la vittoria di tappa e puntualmente ce l’ha fatta».

Ha scollinato subito dietro ai primi sulla Madeleine nella tappa di sabato e ieri ha fatto sua quella dell’Iseran. La classifica generale delle corse a tappe potrebbe fare al caso suo?

«Quella dei grandi giri non lo so, è ancora presto per dirlo. Ma quella delle gare che durano una settimana, a maggior ragione se prevedono una cronometro, assolutamente sì. La sua storia la conosciamo, ha iniziato a correre tardi e ha ancora molti margini di miglioramento. Fisicamente non è tirato, ha almeno un paio di chili da perdere. Ma non c’è fretta, stia tranquillo. Ancora non sa quali possono essere i suoi limiti: li scoprirà col tempo».