VisconTOUR, ovvero l’analisi tecnico-tattica (e non solo) di Giovanni Visconti. Segui con noi e per tutta la durata del Tour de France 2022, il punto dell’ex campione siciliano per capire, approfondire e discutere con lo stesso “Visco” non solo i fatti principali ma anche quelli più curiosi e divertenti della 109ª edizione della Grande Boucle.
Ci divertiremo e… passaparola: siete tutti invitati!
– Giovanni, ieri è stata la giornata di Giulio Ciccone che dopo tanti tentativi andati a vuoto e dopo non poche difficoltà legate ad una condizione non ottimale, è riuscito finalmente a prendere la fuga giusta. Sembrava che per lo scalatore abruzzese potesse essere una grande giornata e invece nel finale si è staccato ed è arrivato decimo…
– Giulio non ha la gamba dei giorni migliori questo è indubbio ma è anche vero che ha grinta da vendere e anche ieri ci ha provato arrendendosi solo sulle ultime, micidiali, rampe dell’Alpe d’Huez. Però, come dicevo anche l’altro giorno, più che di gambe mi sembra che non stia bene di testa perché alla prima difficoltà molla e si spegne. Comunque, grazie anche ai punti conquistati ieri, è a un passo dal vestire la maglia a pois quindi trovi subito nuovi stimoli e continui a lottare perché l’obiettivo della maglia di miglior scalatore del Tour è ancora alla sua portata. Forza Giulio, credici!
– Nella lunga fuga che ha caratterizzato la tappa di ieri si è rivisto anche Chris Froome. E’ dal grave incidente del giugno del 2019 che non vedevamo più il vincitore di quattro Tour de France così pimpante. E’ stato bello rivederlo così, non trovi?
– Sì, direi proprio di sì! Chris è un vero esempio perché in questi anni difficili in molti lo hanno criticato, alcuni addirittura lo hanno preso in giro, ma lui non ha mai mollato, non si è mai arreso continuando a crederci e ad allenarsi duramente. Nonostante i grandi successi che ha ottenuto in carriera, nonostante il drammatico incidente di tre anni fa e nonostante le 37 primavere sulle spalle, infatti, il corridore della Israel-Premier Tech è ancora in gruppo a lottare come un leone. Al traguardo è arrivato terzo e anche se gli è sfuggita la vittoria, credo che debba essere contento della sua prestazione così come penso lo siano tutti i tifosi del grande ciclismo.
– Pidcock è scattato a dieci chilometri dall’arrivo posto in cima all’Alpe d’Huez. Sembrava ancora presto per rompere gli indugi e invece il giovane campione britannico è stato coraggioso e bravissimo a vincere una tappa leggendaria…
– Quando è partito era sicuro di avere ancora tanta birra nelle gambe e penso che non poteva vincere in modo migliore. Si è goduto l’Alpe d’Huez andandoselo a conquistare da solo “avvolto” tra due ali di folla letteralmente impazzite. Pidcock è un altro giovane fenomeno dal grande futuro, è un’altra bellissima espressione della multidisciplinarietà e sono certo che un domani potrà vincere anche una grande corsa a tappe come lo è il Tour. La Ineos, da questo punto di vista, lo sta facendo crescere con grande attenzione e lui sta raccogliendo risultati prestigiosi ovunque come, ad esempio, l’oro olimpico vinto lo scorso anno a Tokyo nella mountain bike e il titolo mondiale conquistato lo scorso gennaio nel ciclocross. Tanta roba ragazzi, tanta roba…
– Giovanni, Pogacar nel finale ci ha provato due volte a staccare la maglia gialla ma Vingegaard non gli ha mai concesso un metro. Lo sloveno, anche se non ha guadagnato nulla, sembra comunque aver recuperato dalla crisi del Granon. Che dici, il Tour de France 2022 è ancora aperto?
– Si, dico che Tadej ha dimostrato di aver superato le difficoltà dell’altro giorno e questo è un bel segnale per lui e per il Tour che sui Pirenei vivrà giornate di grande spettacolo. Vingegaard comunque è un osso duro, durissimo, e non sarà facile batterlo anche perché ha una squadra che praticamente gli fa il cinquanta per cento del lavoro. Prepariamoci comunque ad assistere, fino all’ultimo metro, ad un bellissimo duello!
– In vista del traguardo, sotto i colpi della Jumbo-Visma, si sono staccati sia Bardet che Adam Yates. Per entrambi adesso salire sul podio si fa oggettivamente dura, non trovi?
– Direi che è dura anche se in questo Tour, lo stiamo scoprendo giorno dopo giorno, può succedere di tutto. Piuttosto, nel finale, si sono ripresi limitando i danni di un gap che al traguardo poteva essere anche più pesante. Per il podio, comunque, io continuo a vederci Vingegaard, Pogacar e Thomas che anche ieri mi è sembrato salire l’Alpe con un ottimo passo.
– “Visco”, ultima domanda: ieri mattina, prima della partenza della tappa, il nostro inviato al Tour de France 2022 Davide Bernardini ha intervistato Caruso il quale ha dichiarato che, dopo tante difficoltà, punterà a vincere una frazione. A questo punto per il corridore siciliano non restano che i Pirenei…
– Sì. il gioco si fa sempre più difficile per Damiano ma non è ancora detta l’ultima parola, anzi… I Pirenei possono essere il suo palcoscenico ideale anche se, onestamente, pensavo che già ieri, sull’Alpe d’Huz, cominciasse a mettere il muso fuori entrando magari nella fuga che poi, di fatto, è arrivata al traguardo. Evidentemente però si è voluto prendere ancora una giorno per recuperare dalle fatiche di questa prima parte di Tour dunque non resta che aspettarlo sulle prossime montagne.












