Kevin Bonaldo, costanza e determinazione: «Buon inizio di stagione, ma manca la vittoria. Al Circuito del Porto spero di sbloccarmi»

Bonaldo
Kevin Bonaldo al Gran Premio Liberazione di Roma
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Quarto a La Torre, alla Popolarissima e al Liberazione. Terzo al Memorial Dinucci. La prima parte di stagione ha visto Kevin Bonaldo grande protagonista, sempre presente tra i migliori da febbraio a fine aprile. Eppure il corridore della Qhubeka non può essere totalmente soddisfatto. È partito bene, ma gli è mancato qualcosa per portarsi a casa la vittoria.

A Roma, lo scorso 25 aprile, è stato bravissimo a regolare la volata del gruppo inseguitori, anticipando avversari più quotati allo sprint come il colombiano Gomez e la rivelazione Bruttomesso. «Peccato – spiega Bonaldo – perché stavo veramente bene ed era una corsa su cui puntavo molto».

Bonaldo, come mai non siete riusciti a riprendere i tre attaccanti?

«Difficile dirlo. Il Liberazione è una delle corse più movimentate dell’intero calendario. Si parte a tutta e si finisce a tutta, non c’è mai un metro dove poter rifiatare. Ci sono stati attacchi a ripetizione e noi ci siamo trovati più volte a inseguire. Diciamo che come squadra non eravamo neppure al massimo delle forze, perché metà squadra è al Tour de Bretagne. Quelli che avevo li ho fatti tirare, ma non è bastato».

Puoi essere comunque soddisfatto del tuo inizio di stagione, non trovi?

«Sisi è stato un buon inizio, solo a San Vendemiano non sono stato molto bene. Ho fatto un ottimo inverno, mi sono preparato bene perché sono un quarto anno e l’obiettivo è passare professionista il prossimo anno».

Cos’è mancato per la vittoria?

«Ogni gara è stata diversa. A La Torre è mancato un po’ di spunto finale, perché era la prima corsa dell’anno. A Lucca abbiamo un po’ pasticciato in volata io e Parisini, ma sono cose che possono accadere quando non si è mai corso insieme. Infine a Pontedera ero al rientro e più di tanto non potevo fare».

Sei nella Qhubeka, una squadra importante ma che ha perso la World Tour. Cos’è cambiato?

«Sicuramente ora manca l’aggancio più semplice al professionismo. Noi eravamo i primi su cui la World Tour metteva gli occhi, quindi era come una strada preferenziale. Dicono che proveranno a rientrare il prossimo anno, magari con una Professional, staremo a vedere. Io però la vivo bene, perché sia nella Qhubeka sia in qualunque altra squadra, per passare bisogna andare forte lo stesso».

Domani si corre il Circuito del Porto, tracciato veloce. Con quali ambizioni ci vai?

«Come sempre corro per vincere. Avrò la squadra a mia disposizione e mi getterò sicuramente nella mischia della volata. Non è la corsa che amo di più in assoluto, preferisco quelle un po’ più mosse dove lo sprint è a ranghi ristretti, ma ci proveremo, io fisicamente sto bene».

Poi dove ti vedremo?

«Farò il GP del Marmo, che si adatta molto di più alle mie caratteristiche e posso raggiungere un bel risultato, e poi si vedrà. C’è il Giro da preparare quindi sicuramente farò un periodo in altura per farmi trovare nelle migliori condizioni».