Tutto è pronto tra le strade delle Terme di Caracalla a Roma. Il Gran Premio Liberazione accoglierà al via le più importanti squadre Under 23 e Continental, tra cui la Colpack-Ballan, guidata domani dall’esperto Beppe Di Leo. Nelle prime prove del Prestigio Bicisport il team bergamasco ha dovuto fare i conti con diversi problemi fisici, Covid e influenze, perdendo diversi punti in corse importanti come San Vendemiano, Recioto e Belvedere.
Se nelle corse più impegnative, con corridori più completi, la Colpack ha faticato non poco, diversamente è andata ai velocisti della squadra. Ecco perché al Liberazione, Di Leo punta al bersaglio grosso. È arrivato il tempo di riprendersi lo scettro di formazione faro di tutto il movimento giovanile.

Beppe, partiamo dalla squadra che porterete al Liberazione…
«Nicolas Gomez e Davide Persico i nostri leader, capitani di pari grado. Al loro fianco però avremo corridori forti e veloci come Samuel Quaranta, Francesco Della Lunga, Francesco Cali e Lorenzo Balestra».
Che gara vi aspettate?
«Ormai di Liberazione ne ho seguiti parecchi e il copione è sempre molto simile. Il percorso non è duro, ma è facile andare via perché ci sono tante curve nel circuito che ti permettono di rilanciare e allungare il gruppo. Dovremo stare attenti, l’ideale sarebbe arrivare con un gruppetto di 25-30 corridori e giocarsi la volata con Gomez o Persico».
Sarete la formazione di riferimento domani, cambierà il vostro modo di correre?
«Non direi. Sappiamo di essere i più forti, insieme alla Zalf che quest’anno è partita fortissimo. Possiamo sia controllare la corsa sia inserirci in qualche azione. Quaranta, Della Lunga, Cali e Balestra serviranno proprio a questo, entrare in fuga se qualcuno prova ad andare via».

Quest’anno con i vostri velocisti vi siete tolti diverse soddisfazioni…
«Gomez ha già vinto quattro corse, Persico si è preso la Milano-Busseto e il podio alla Vicenza-Bionde, Quaranta ha fatto suo il Memorial Mantovani. Non poco…»
Gomez sembra il più pronto di tutti. Ha già avuto contatti con i professionisti?
«Lui è davvero forte, è un quarto anno quindi è giunto nel pieno della maturazione dilettantistica. Merita i professionisti, ma noi aspettiamo la richiesta di una squadra World Tour: il giusto palcoscenico per mettersi in mostra tra i grandi».

Avete fatto fatica nelle classiche più dure. Cos’è successo?
«Come spiegava anche Valoti il Covid, le influenze e i problemi fisici ci hanno condizionato non poco. Siamo una squadra forte e non dobbiamo nasconderci, queste non sono scuse. È chiaro che ci aspettavamo di più da Petrucci, che è il nostro corridore più esperto, e da altri ragazzi in corse come Belvedere e Recioto, ma purtroppo è andata così e speriamo di rifarci presto. Non dimentichiamoci anche che siamo una squadra in ricostruzione».
Gli addii dei più esperti hanno pesato quindi?
«Inevitabilmente. Abbiamo perso praticamente tutti tranne Petrucci. Già con Verre, che era con noi solo al secondo anno, avremmo potuto fare di più in certe corse. Lo scorso anno abbiamo dominato con Ayuso, quest’anno ci ha sostituito la FDJ».
Con Gregoire…
«Un talento incredibile. Vi dirò, visto così mi sembra anche più forte di Ayuso. Non a caso anche lui passerà professionista a fine anno: è troppo forte per stare tra gli Under 23».