Amstel Gold Race 2022, l’incredibile balletto del fotofinish: ha vinto Cosnefroy anzi Kwiatkowski. Lacrime di rabbia, poi di gioia

Michal Kwiatkowski, vincitore dell'Amstel Gold Race 2022, con il mega boccale di birra (foto: Nico Vereecken/PN/SprintCyclingAgency©2022
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Per un pugno di centimetri. Non sono bastate trentatré cote e ben 274 chilometri per emettere un verdetto finale certo, sicuro, incontrovertibile. Un altro epilogo “slalomeggiante” all’Amstel Gold Race 2022, dove qualche centimetro ha delineato il crudo confine tra un trionfo memorabile e una sconfitta che brucia e che fa malissimo. Alla bandiera a scacchi della Classica delle Ardenne il tourbillon di emozioni, il concentrato di sensazioni di Benoit Cosnefroy e Michal Kwiatkowski, merita un racconto a parte: tutte le facce di una gara, tutte le espressioni che racchiudono quello che un corridore può provare nel giro di pochi secondi passando dal successo che vale (quasi) una carriera, a un piazzamento. Il peggior piazzamento possibile che tale rimarrà, senza riempire gli annali e l’Albo d’Oro.

Amstel Gold Race 2022: il finale thrilling si ripete. Cosnefroy ha vinto, anzi no! Kwiatkowski e il trionfo al fotofinish

L’abbraccio dei compagni, i muscoli tesi a sprigionare tutta la forza possibile, la gioia incontenibile. No, fermi un attimo. Come nel calcio con la famigerata “Sala Var”, ancora non è detta l’ultima parola: ci immaginiamo questo dialogo tra i giudici. “We are checking the end of the race“. Un check durato pochissimo, il tempo di dipingere il sorriso dal volto di Cosnefroy a quello di Kwiatkowski, Pidcock e compagni. Una rivincita anche per il talento di Leeds che certo, non avrà vinto a livello personale, ma ha contribuito in buonissima parte alla giornata da cineteca del compagno di squadra polacco.

Per Cosnefroy, terzo all’Europeo di Trento vinto da Sonny Colbrelli, un boccone amarissimo da mandare giù. Obiettivamente il francese è quello che tra i due davanti si è speso di più per finalizzare l’azione decisiva partita sul sul Geulhemmerberg. Ha perso, per un pugno di centimetri. Quelli che hanno la forza brutale di spedirti dal paradiso al purgatorio, dopo che ti sei dannato l’anima per scrivere la storia.