Poels, Clarke e De Gendt sul ciclismo moderno: «Se sei all’80% finisci subito nel gruppetto. Si va troppo veloce, ogni anno di più»

Milano-Sanremo
Il gruppo a tutta velocità all'ultima Milano-Sanremo
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Tra le pagine di Bicisport e sul nostro sito quibicisport.it abbiamo avuto più volte modo di raccontare come il ciclismo sia cambiato rapidamente in questi ultimi anni. Correre e raggiungere grandi risultati è diventato più difficile. I giovani arrivano già pronti al professionismo e le gare sono sempre più veloci, affrontate a ritmi mai visti prima. Basta pensare all’ultima Sanremo, quando alla fine della Cipressa erano rimasti poco più di 25 corridori.

Non c’è più tempo per fare una chiacchierata in corsa, neppure per fermarsi per espletare le funzioni fisiologiche. Si va a tutta dal primo all’ultimo chilometro, dalle prime gare di gennaio alle ultime di ottobre. Se non si è in grado di tenere il passo, trovare un contratto diventa impossibile. «Se sei all’80% della tua condizione fisica, ti stacchi prima che cominci la battaglia – ha spiegato Wout Poels a CyclingWeekly – finisci subito nel gruppetto. Non ci sono più gare dove il gruppo viaggia a basse velocità. Parlavo recentemente con alcuni corridori alla Coppi e Bartali e mi dicevano che anche lì sono andati a tutto gas. La condizione deve essere ottimale sempre».

A quelle dell’olandese fanno eco le parole di Simon Clarke. «C’è solo una cosa che puoi fare. Tornare a casa, prepararsi più duramente e accettare che ogni anni il gruppo diventa sempre più veloce. Ogni inverno cerco di lavorare per migliorarmi di un 5% perché il plotone ha questa media: diventa il 5% più veloce ogni nuova stagione».

I cambiamenti hanno influenzato anche lo stile e l’aggressività in corsa. Thomas de Gendt per esempio ritiene che il livello si sia alzato talmente tanto che è sempre più complicato andare in fuga e trovare la vittoria. «Guardate il gruppo di testa. È sempre grandissimo e tutti vogliono stare nelle prime posizioni. In queste condizioni è difficile andare in fuga perché il gruppo viaggia ad alte velocità e non ti permette di evadere. Anche perché quello è l’unico metodo per un corridore come me per battere corridori come Pogacar, Roglic o Alaphilippe».