Menegotto vuole San Vendemiano: «Un anno fa ho perso al fotofinish, domenica torno per vincere»

Menegotto
Jacopo Menegotto alla partenza della Firenze-Empoli 2021
Tempo di lettura: 4 minuti

Un anno fa, sul traguardo di San Vendemiano, ci volle il fotofinish per stabilire che aveva vinto Paul Lapeira battendo di qualche centimetro appena Jacopo Menegotto, allora con la General Store di Giorgio Furlan. Lui ha provato ad attenuare la delusione dicendosi che tutto sommato lo aveva battuto un corridore che poi, a ottobre, avrebbe anticipato di poco Petrucci al Lombardia: un rivale importante, insomma, tant’è che quest’anno è passato professionista con l’Ag2r.

«Però la ferita sanguina ancora – ammette Menegotto – Che mi abbia battuto un bell’atleta è vero, ma ad un agonista non basta questo per consolarsi. Ormai è da un anno che penso a San Vendemiano. Sotto a quel traguardo ci sono passato tantissime volte anche in allenamento. No, non è una corsa come tutte le altre».

C’è qualche motivo oltre al piazzamento del 2021?

«Intanto siamo a due passi da casa mia. In quaranta minuti raggiungo le strade del San Vendemiano, del Piva e del Belvedere, altre due prove alle quali punto. Specialmente al Piva, che la passata stagione conclusi al 5° posto. Nelle mie terre rendo sempre bene, poco da fare. E poi stiamo parlando di corse gloriose e prestigiose, un motivo in più per provare a vincerle».

A maggior ragione per un corridore come te, al quarto anno e decisamente ambizioso.

«L’albo d’oro del San Vendemiano dice che chi vince prima o poi passa professionista. Quello è il mio obiettivo e sono sicuro che raccogliendo buoni risultati nelle classiche di primavera sarà più facile poi trovare una sistemazione nella massima categoria».

Menegotto
La volata tra Paul Lapeira (Ag2r Citroen) e Jacopo Menegotto (General Store) al Trofeo San Vendemiano 2021 (foto: © Riccardo Scanferla – Photors.it)

Chi temi maggiormente domani?

«Non conosco nel dettaglio la lista dei partenti, ma mi vengono in mente Petrucci, già terzo lo scorso anno, Lipowitz, davvero un bel corridore, e Guzzo: è imprevedibile, non dico che lo conosco bene ma inizio a sapere cosa aspettarmi. Comunque non sono uno di quelli che si fa condizionare dai nomi al via. Io faccio la mia gara e domani corro per vincere».

Dove si deciderà la gara?

«Il primo circuito è abbastanza prevedibile: un centinaio di chilometri affrontati ad alte velocità. La corsa entra nel vivo nel secondo, quello che prevede Manzana e Ca’ del Poggio. Ripetuto cinque volte spezza le gambe, altroché. Ca’ del Poggio, tra l’altro, lo scorso anno l’ho affrontato anche nell’ultima tappa del Giro conclusa al 2° posto come San Vendemiano: direi è che ora di rifarsi».

Un arrivo a ranghi ristretti è quello che preferisci?

«Sì, un finale come quello di un anno fa sarebbe ideale. Però bisogna essere pronti a qualsiasi scenario: il livello è alto e la seconda metà del tracciato è difficile da interpretare, quindi è giusto rimanere vigili e attenti. In ogni gara arriva un momento in cui si comincia a fare sul serio: chi vuol fare il corridore di mestiere come me deve imparare ad annusare l’aria prima che si scateni la tempesta».

Come ti stai trovando alla Qhubeka?

«Bene, benissimo, mi sento a casa. Nieri è severo, ma andiamo d’accordo. E sinceramente credo che sia giusto così: se si vogliono raggiungere certi obiettivi è necessario darsi da fare senza tanti discorsi. L’ambiente è sereno e professionale, non ha risentito della chiusura della Qhubeka dei professionisti».

Quali differenze hai riscontrato con la General Store?

«Ribadisco che con Giorgio Furlan mi sono sempre trovato bene. Non mancava niente e alla fin fine il calendario tra Qhubeka e General Store è più o meno lo stesso. La differenza più grande che ho riscontrato è che con Furlan mi preparavo per fare meglio possibile in un determinato arco di tempo, qui invece procedo per obiettivi e gare più precisi. Mi sembra di trovarmi meglio con questo sistema, però saranno i risultati a dare il verdetto».

L’inverno è scivolato via senza intoppi?

«L’inverno sì, ho messo nelle gambe una grossa mole di lavoro e un fondo che mi tornerà sicuramente buono. Ho avuto qualche problema la notte del Laigueglia, influenza e bronchite, tant’è che infatti non ho partecipato. Mi è dispiaciuto, ci tenevo. L’aspetto positivo è che ho recuperato in fretta: vuol dire che fisicamente sto bene».

Menegotto
Jacopo Menegotto al Giro d’Italia giovani Under 23 2021

Purtroppo hai dovuto ritirarti anche dalla Per Sempre Alfredo.

«Un’altra delusione, ho rotto la bici a venti chilometri dall’arrivo. Però ho avuto le conferme che cercavo: eravamo rimasti una trentina. Sto capendo sempre di più come funziona il mondo dei professionisti. Ho osservato da vicino Hirschi e Colleoni, due corridori giovani ma dai quali c’è sempre qualcosa da imparare».

Menegotto, meglio, invece, con gli Under 23 tra Firenze-Empoli e La Torre.

«Assolutamente sì. Alla Firenze-Empoli non mi sono mosso perché avevo due compagni davanti che si giocavano la vittoria, ma sull’ultimo strappo ho scollinato in testa al gruppo. Il giorno dopo, a La Torre, ero tra i sei attaccanti, ma ho lavorato per Bonaldo, che alla fine ha chiuso 4°. Con me a San Vendemiano ci saranno anche lui e Guasco: siamo una bella squadra, non c’è che dire».