L’ucraino Ponomar può riabbracciare la sua famiglia, fuggita dalle bombe russe. La commozione di Ellena e la speranza di pace

La Drone Hopper Androni con le maglie con la bandiera dell'Ucraina al Trofeo Laigueglia
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Finalmente una bella, anzi bellissima notizia. La settimana scorsa, parlando con Giovanni Ellena, abbiamo avuto modo di approfondire la terribile situazione che stava vivendo Andrei Ponomar, giovanissimo corridore della Drone Hopper-Androni Giocattoli. La mamma, il papà e la sorellina di soli 7 anni erano infatti rimasti in Ucraina durante l’invasione russa del paese, mentre lui era qui in Italia per inseguire il suo sogno.

Non avere notizie dal padre impegnato sul fronte e averne poche dalla famiglia, rinchiusa nei bunker per ripararsi dalle bombe, aveva spinto Ponomar a mettere per un po’ da parte la bicicletta. Non ha più corso in questo inizio di stagione, troppo il dolore con la testa impegnata da tutt’altra parte.

Ecco però che il Corriere della Sera (edizione di Torino) ha raccontato la storia della famiglia di Ponomar, fuggita da Cernihiv, una delle città più colpite, con la macchina verso Leopoli. «Abbiamo vissuto in un bunker per sei giorni, eravamo lì in 500 – ha raccontato mamma Elena al quotidiano – Non avevamo da mangiare, solo pane e latto portato dai volontari. Quando la situazione è diventata disperata, abbiamo preso uno zainetto e siamo partite. Sparavano alle auto, ma siamo state fortunate».

Tanta anche la commozione di Giovanni Ellena, che da sempre accoglie vicino casa i suoi corridori stranieri, dandogli tutto il supporto necessario per vivere lontano dal proprio paese di appartenenza.

La situazione resta ancora tragica, con il papà impegnato nei combattimenti, ma siamo sicuri che Ponomar possa tirare finalmente un sospiro di sollievo. Avere la mamma e la sorellina al suo fianco lo aiuterà a ritrovare un minimo di serenità, anche per tornare a pedalare e a fare quello che ama di più.