Pedersen, pavé e muri nel mirino: il Grande Nord ha un altro pretendente

Mads Pedersen al cerimoniale di premiazione della terza tappa della Parigi-Nizza, la Vierzon / Dun-Le-Palestel (foto: A.S.O./Alex Broadway)
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Sul traguardo di Dun-Le-Palestel, terza tappa della Parigi-Nizza, lo speaker fa risuonare il nome del vincitore. È quello di Mads Pedersen, che nel frattempo, trionfando con più di una bicicletta di vantaggio, ha tutto il tempo per esultare intensamente.

Quando c’è una tappa pianeggiante o collinare, quando una rampa di media pendenza precede il traguardo e necessita esplosività, resistenza Pedersen non si fa sfuggire l’occasione.

Come oggi, sempre in testa al gruppo negli ultimi chilometri e poi lanciato alla perfezione da Jasper Stuyven verso la ventesima vittoria in carriera, seconda in stagione dopo quella nella seconda frazione dell’Etoile de Bessèges. In arrivi del genere Pedersen compone un binomio perfetto con il belga Stuyven e infatti si scambiano reciprocamente il favore: una volta tira uno per l’altro, una seconda si invertono i ruoli.

Pedersen: il mondiale di Harrogate non fu un caso. Ora il danese è da temere nelle Classiche

Il mondo ha imparato a conoscere bene Mads Pedersen sulle strade del Mondiale 2019 ad Harrogate. Gli italiani, per il motivo che ben sappiamo, un po’ di più. La vittoria meritatamente strappata a Matteo Trentin è una ferita ancora aperta nel cuore di noi tifosi azzurri. Nel 2020 Mads, per via della stagione travolta dal Covid-19, non ha avuto tante occasioni per mostrare e godersi la maglia iridata.

Ha comunque avuto modo di confermare che la vittoria al Campionato del mondo non è stata un fuoco di paglia, come alcuni la definirono in quei giorni. Un titolo appropriato per un corridore di grande talento, come il danese ha dimostrato e sta dimostrando sempre più di essere. Vestire la maglia iridata a 23 anni, alla prima vittoria importante in carriera, è stato un sogno ad occhi aperti per Pedersen. Un traguardo che gli ha permesso di lanciare al meglio la propria carriera.

Un percorso cominciato nella Cult Energy, una delle maggiori squadre della scuola danese. Poi nel 2017 il salto tra i professionisti con la Trek-Segafredo e l’anno seguente il primo podio di rilievo al Giro delle Fiandre 2018. Un secondo posto arrivato quasi per caso, non previsto dalle strategie di squadra. Doveva lavorare per i capitani, proprio come ad Harrogate 2019, ma a forza di inseguire e ricucire gli attacchi altrui si ritrovò in testa fino alla fine. Sul pavé belga dovette inchinarsi a Niki Terpstra, sulle bagnate strade britanniche alzò lui le braccia al cielo.

Nel 2020 il primo Tour de France, dove, sorprendendo tutti, fece splendere l’iride lottando negli sprint insieme ai velocisti puri. Spiccano due secondi posti, nella prima frazione e addirittura nell’ultima, quella con arrivo sugli Champs-Élysées.

Nel 2021 seguono ancora ottimi risultati, tra cui il successo alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne.

Adesso per Mads Pedersen è giunto il momento di esaudire il suo desiderio più grande: correre da protagonista le Classiche, soprattutto quelle del Nord. L’inizio di stagione è stato finora perfetto e l’aereo sul quale è salito ha iniziato a decollare. Proverà presto a raggiungere la quota più alta, tra pavé e pietre.