STRADE BIANCHE / Le pagelle: Pogacar, mai visto niente del genere. Merita 30, lode e bacio accademico. Papà Valverde lo abbraccia: è da 10.Troppo bello ritrovare Guercilena

L'attacco vincente di Tadej Pogacar alla Strade Bianche 2022 (foto: LaPresse)
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Cipressi, chiesette color di terra, cavalli al galoppo, monasteri, il verde indeciso degli ulivi: tanta bellezza scalda il cuore e ci concede una tregua nel buio di queste ore. Strade Bianche si conferma una classica monumentale, passionale, emozionante, che non ha niente da invidiare a quelle di più lunga tradizione. E poi, certo, c’è il fattore umano: i corridori, e gli spettatori. Anche loro uno spettacolo, finalmente.

Pogacar 30, lode e bacio accademico – D’accordo, lo sappiamo, i giovani cannibali hanno riscritto le leggi del ciclismo, e il primo comandamento oggi recita: tutte le volte che ti viene in mente di attaccare, attacca. Anche se mancano 50 chilometri al traguardo, anche se sei sullo sterrato più duro della corsa, Monte Sante Marie, anche se sei caduto e hai la maglia tutta strappata, se hai dovuto cambiare la bici per via del manubrio. Non importa: tu attacca. Tadej segue il primo comandamento, ma soprattutto il suo istinto. Guadagna dieci, venti, cento metri, un minuto, non lo prendono più. Si volterà indietro soltanto nel cuore di Siena, sull’ultimo strappo al 20%, quando capirà che no, non lo hanno preso. Mai visto niente del genere.

Valverde 10 – Appena arriva in piazza del Campo, alle spalle di Pogacar, gli va incontro e se lo prende fra le braccia. Potrebbe essere suo figlio, e non è un modo di dire: fra loro ci sono 19 anni di differenza, don Alejandro ne farà 42 ad aprile, in Belgio. Fra i tanti comandamenti dei giovani cannibali ce n’è uno che dice: occhio all’Embatido.

Alaphilippe 6,5 – Tradito dal vento, entra nella carambola di gruppo a 96 chilometri dal traguardo: rischia molto (atterra di schiena poco lontano da un pietrone), perde due minuti e alla fine paga lo sforzo fatto per tornare in gruppo. A 50 chilometri dalla fine prova un paio di volte ad accelerare, alla sua maniera, ma non ne ha davvero più: e fa venire una certa idea a Pogacar, che la porta fino a Siena.

Asgreen 8,5 – Lavora per oltre metà corsa per il suo capitano, l’iridato Loulou. Quando lui si arrende, può giocarsi le sue carte e lo fa: riesce a rimanere in corsa fino alla fine, applausi.

Zoccarato 7 – Ci siamo anche noi: in ordine di apparizione, spazio al padovano della Bardiani che è protagonista nella fuga di giornata, ripresa un paio di chilometri prima dell’impresa di Pogacar.

Petilli 8 – Nono, primo degli italiani sul traguardo, uno dei più belli di tutta la stagione. Bella soddisfazione anche per Valerio Piva.

Martinelli 6,5 – Davide entra nella prima fuga ma è vittima della stessa caduta che azzoppa Alaphilippe e che toglie di corsa un ex vincitore come Tiesj Benoot: peccato, ma il vento prima o poi soffierà a favore.

Guercilena sv – Non ci sono numeri sufficientemente grandi per esprimere la felicità di rivederlo in ammiraglia. Ci vorrebbero come minimo parole, immagini, musica, colori. E un abbraccio forte.