Secondo le notizie che arrivano dalla Colombia, nell’incidente di questa mattina in allenamento Egan Bernal avrebbe riportato la frattura del femore e probabilmente anche della rotula. Abbiamo chiesto al dottor Giovanni Falai, storico medico di ciclismo che nella sua lunga carriera ha seguito tanti campioni, da Gimondi a Moser, e ha da molti anni una rubrica su Bicisport, quali sono le ripercussioni e gli eventuali tempi di recupero per Bernal.
«Tutto dipende – spiega Falai – dalla tipologia delle fratture. Se sono composte si guarisce prima, se invece si hanno spostamenti di frammenti ossei, come nel caso delle fratture scomposte, chiaramente le cose si complicano».
Partiamo dalla frattura del femore, cosa si può prevedere?
«Dopo l’intervento chirurgico ci vogliono 30-40 giorni di immobilità, perché bisogna che si formi il callo osseo. Solo dopo una buona calcificazione si può cominciare il periodo di riabilitazione muscolare. Parliamo però di una frattura composta, altrimenti i tempi sono destinati ad allungarsi».
E per quanto riguarda la rotula?
«Il discorso della rotula è più complicato perché coinvolge l’articolazione del ginocchio. Anche qui tutto dipende dalla tipologia della frattura, ma anche dello stato complessivo della gamba, se sono coinvolti i tendini oppure no. Nella migliore delle ipotesi, se si dovesse trattare di una frattura “semplice”, chiamiamola così, servono anche in questo caso almeno una quarantina di giorni, prima di cominciare naturalmente tutto il periodo di riabilitazione».
La frattura della rotula ha un decorso più impegnativo?
«In genere è un tipo di frattura più grave rispetto a quella del femore, però è impossibile fare previsioni se non si conosce con certezza l’entità e la tipologia della frattura».
