Il primo anno tra i “grandi” di Kevin Colleoni: «Alla BikeExchange l’ambiente giusto. I consigli di Yates sono preziosi, ora spero di debuttare al Giro»

Colleoni
Kevin Colleoni in una foto d'archivio al campionato italiano di Imola
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Il ciclismo dilettantistico italiano ha prodotto negli ultimi anni degli ottimi corridori. Il Prestigio Bicisport, che premia la regolarità e le vittorie nelle più importanti prove del calendario U23, offre ogni stagione una panoramica interessante sui giovani talenti di casa nostra. Kevin Colleoni, vincitore del Prestigio nel 2020, ha trascorso la sua prima stagione tra i professionisti con la maglia della BikeExchange, potendo imparare dai suoi esperti compagni difficoltà e insidie del mondo WorldTour. Sentiamo come è andata…

Kevin, raccontaci questo primo anno tra i grandi…

«L’impatto è stato traumatico. Ho iniziato all’UAE Tour e c’erano fior fiori di campioni. Tra ventagli, caldo e ritmi elevati ho capito subito che mi trovavo completamente in un altro mondo. Poi ho trovato il mio ritmo».

Sei soddisfatto quindi?

«Sì, assolutamente. Abbiamo voluto prendere questa prima stagione come una bella esperienza. L’obiettivo non era certo vincere ogni gara. Ho dovuto imparare il mestiere lavorando per i miei compagni, capire cosa c’è dietro una grande squadra come la BikeExchange e studiare tutte le varie dinamiche. Poi ho avuto anche i miei spazi come alla Coppi e Bartali».

Perché proprio la BikeExchange, squadra insolita per un giovane italiano?

«Mi hanno convito fin da subito. Pensano alla mia crescita e non a spremere il mio fisico. In più l’ambiente è sereno, tutti sono disponibili per qualsiasi chiarimento e alle gare c’è sempre un bel clima. Senza dimenticare, cosa importantissima, che gran parte dello staff è italiano. Non c’è dubbio, rifarei questa scelta».

Quest’anno hai corso molto con Yates, cos’hai imparato?

«Correre al fianco di campioni come Simon è stimolante. Da lui puoi imparare molte cose, da come si comporta prima della gara a come si muove in mezzo al gruppo. Con lui abbiamo vinto il Tour of the Alps, una delle corse più dure ma allo stesso tempo belle di quest’anno. La soddisfazione di averlo aiutato a vincere è stata grande».

Ma ti aspettavi di debuttare in un grande Giro?

«Sinceramente no. Avevamo parlato di un possibile debutto alla Vuelta, ma poi per un motivo o per un altro abbiamo deciso di rimandare al 2022. Non so se sarò al Giro oppure in Spagna, sicuramente parteciperò a una delle due per testarmi sulle tre settimane».

Come hai impostato queste settimane di allenamento?

«Ho staccato completamente per una decina di giorni, poi ho ripreso con calma alternando lunghe camminate a un po’ di corsa. Successivamente ho ripreso la bici, cercando di riabituare il mio corpo allo stare in sella e allo sforzo della pedalata. Per aiutarmi sono stato anche un po’ in palestra».

Che lavori fai in palestra?

«In accordo con il mio preparatore della squadra vengo seguito da un personal trainer. Cerchiamo di fare degli esercizi per aumentare la forza massima e mettere un po’ di massa. In questa fase della stagione è importante tenere il fisico sempre attivo».

Ti abbiamo visto pedalare anche in vacanza…

«Sì, io e Arianna (Fidanza, la sua fidanzata ndr.) abbiamo fatto nove-dieci giorni con camper e bicicletta in giro per la Toscana. Ovviamente è uno stare in bici “diverso”. Abbiamo avuto modo di divertirci e rilassarci vedendo dei borghi stupendi e che consiglio a tutti gli appassionati di cicloturismo e non…»