Vingegaard: «Pogacar sembra imbattibile, non ha mai giornate storte. Il Tour che parte dalla Danimarca? Un’occasione irripetibile»

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Jonas Vingegaard al Tour de France 2021 (foto: A.S.O./PaulineBallet)
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Si è mostrato al grande pubblico quest’anno al Tour de France, ma per chi segue il ciclismo quotidianamente il nome di Jonas Vingegaard non era poi così sconosciuto. Il danese è stato forse l’unico a mettere in difficoltà Tadej Pogacar alla Grande Boucle, staccandolo addirittura sul Mont Ventoux.

Il secondo posto di Parigi ha cambiato totalmente la percezione che si aveva su questo ragazzo di ventiquattro anni. La stessa Jumbo-Visma, squadra in cui milita dal 2019, non si aspettava un simile exploit. Ecco perché sarebbe pronta a consegnargli i gradi di capitano, al pari di Roglic, al prossimo Tour.

«Il prossimo Tour de France partirà dalla Danimarca e non voglio assolutamente mancare. – ha spiegato Vingegaard a CyclingNews – So che forse al Giro avrei potuto avere più libertà, ma quando ricapiterà un’occasione simile? Sono ancora molto giovane e preferisco giocare come seconda punta. L’obiettivo il prossimo anno sarà quello di continuare a crescere, confermandomi ad alti livelli».

Indipendentemente da quali saranno i leader della Jumbo-Visma al prossimo Tour, ciò che è certo è che davanti a loro troveranno un Pogacar quasi imbattibile. Riuscirà Vingegaard, insieme a Roglic, a interrompere il dominio dello sloveno?

«Sembra che Pogacar non abbia brutte giornate. Il Tour è la corsa più importante dell’anno e sarebbe fantastico vincere davanti a lui. Allo stesso tempo non vedo punti deboli su di lui. Va forte ovunque, salita, discesa, cronometro». 

Vingegaard spiega che lo scorso anno avrebbe dovuto correre la Vuelta se Dumoulin non si fosse fermato. Il piano era quello di dare supporto a Roglic, ma dopo l’incidente dello sloveno tutto è cambiato. 

«Dopo la cronometro dicevano che non dovevo più aspettare Primož e che, vista la posizione in classifica, la “fascia di capitano” passava a me. In quei giorni ho imparato tanto. Mi sono preso le mie responsabilità e ho accettato le pressioni. Credo di averla gestita bene».