Fuglsang ammette: «In gruppo non c’è più rispetto. Parliamo di sicurezza ma i corridori sono i primi a non assumersi alcuna responsabilità»

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Jakob Fuglsang alla presentazione del Tour de France 2021 (foto: A.S.O./FabienBoukla)
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Il ciclismo negli ultimi anni è cambiato molto rapidamente. Jakob Fuglsang ha avuto modo di parlare dell’evoluzione di questo sport a VeloNews, da quando tredici anni fa passò professionista fino ad oggi.

Una grande differenza è senza dubbio lo stare in gruppo. In quest’epoca c’è molto più nervosismo, tutti vogliono stare davanti e i rischi si moltiplicano. «Penso ci sia meno rispetto all’interno del plotone. Si corre più vicini e nessuno tira i freni. In queste condizioni, al minimo errore, si finisce per terra».

Il danese, che dal prossimo anno correrà con la Israel StartUp-Nation, ha spiegato che tutto ciò è dovuto a una combinazione di fattori. Stipendi più alti portano a più pressione e di conseguenza a un aumento della velocità. Uno dei motivi principali però è la mancanza di rispetto tra corridori. «I ragazzi di oggi non sono disposti a cedere posizioni o a correre più prudentemente. Vogliono farsi vedere e quindi rischiano l’osso del collo pur di stare davanti. Possiamo parlare di misure di sicurezza, barriere e molto altro. Ma siamo noi corridori che hanno in mano la più grande responsabilità».