Stuyven attacca Evenepoel: «È una vergogna quello che ha detto in tv. E alla riunione dopo il mondiale non ha partecipato»

Jasper Stuyven all'attacco alla Milano-Sanremo, poi vinta. Oggi non le ha mandate a dire a Evenepoel
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Lo spietato realismo della vita, che è la kryptonite dei sognatori, ha fatto invasione di campo. Nel campo d’azione di Remco Evenepoel continuano gli attacchi, come quando giocava a calcio e doveva chiudere sui centravanti avversari. Sì, forse lui ha ancora l’atteggiamento guascone e irriverente da giocatore, ma una cosa è certa: dopo le stilettate di Eddy Merckx deve accusare anche il colpo di Jasper Stuyven, che ha fatto trapelare comportamenti assurdi del giovane corridore. Dalle dichiarazioni in tv, all’assenza nel meeting della nazionale belga, post-mondiale.

Stuyven all’attacco di Evenepoel: «Eravamo tutti tranne Remco. Una vergogna la sua assenza»

Un attacco degno di quello memorabile messo a segno alla Milano-Sanremo, poi vinta con un’azione da opportunista intelligente e capace di leggere benissimo la fase-clou della corsa. Un attacco che analizza a trecentosessanta gradi il “Fenomeno Evenepoel“, non inteso come forza della natura, ma come caso di studio da interpretare anche in base ai suoi atteggiamenti talvolta poco inclini allo spirito di uno sport come il ciclismo: «C’erano tutti tranne Remco – ha spiegato Stuyven a Het NieuwsbladEra stato avvisato, ma ha pensato non fosse necessario. Penso sia una vergogna, soprattutto perché ha ritenuto necessario dire certe cose in tv. Questo ha messo nei guai alcuni di noi. Penso che ogni tanto Remco debba essere frenato dal suo entourage. Deve ancora imparare quando può o non può dire certe cose. Anche un corridore fortissimo come lui dovrebbe capire che alcune questioni dovrebbero rimanere private».

L’atleta della Trek-Segafredo ha concluso poi con un’analisi sulla tattica scriteriata adottata al mondiale da Remco Evenepoel e delle sue movenze molto discutibili durante la corsa iridata di Leuven: «Avrebbe dovuto correre in maniera diversa. Quello che ha fatto – correre a tutta nella prima fuga, gesticolare e attaccare in continuazione fino a quando siamo giunti nel finale – può farlo chiunque. Ma anche se si fosse risparmiato, non sarebbe mai potuto scappare ad Alaphilippe».