Nibali, una storia d’amore: che belle quelle lacrime per la vittoria nella sua Sicilia

Nibali
Vincenzo Nibali festeggia con il trofeo del Giro di Sicilia 2021 (foto: LaPresse)
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Le belle storie sono il pane quotidiano del ciclismo. Ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, questo sport ha dimostrato che le cose non accadono per caso, tutto ha un senso anche se certi fatti sembrano essere disegnati da un artista romantico. Vincenzo Nibali e la sua Sicilia, una storia d’amore nata quando papà Salvatore e mamma Giovanna hanno deciso di mettere al mondo un assoluto fuoriclasse delle due ruote.

La vita di Vincenzo non è stata semplice. A soli 14 anni ha dovuto salutare la sua Isola per andare a cercare fortune altrove, quella Toscana che lo ha adottato non solo ciclisticamente, ma anche umanamente nei periodi più duri lontano da casa.

In pochi anni Nibali è diventato il campione che conosciamo. Andare a leggere il suo palmares è del tutto inutile, perché per quanti odiatori da tastiera esistono, il fatto che lui sia uno dei ciclisti più vincenti e forti della storia è non si può negare.

Da due anni a questa parte tutto è andato storto nella vita ciclistica dello Squalo. La pandemia ha rovinato i piani della scorsa stagione e ha messo in difficoltà tutti i corridori over 30 che, fisiologicamente, hanno bisogno di più tempo per entrare in condizione. Nel 2021 ancora peggio: nessun risultato di rilievo, cadute prima e durante il Giro d’Italia e un’Olimpiade difficile pur al servizio della squadra.

La Trek-Segafredo, che forte aveva investito su di lui, si è ritrovata in squadra un campione che non riusciva più ad alzare le braccia al cielo. Ma come abbiamo detto prima, le belle storie sono il pane quotidiano del ciclismo. Nibali è tornato nella sua Isola per una storica edizione del Giro di Sicilia. Per quattro giorni il pubblico sulle strade non ha fatto altro che scandire il suo nome, incitandolo e spingendolo verso qualcosa di meraviglioso.

Ieri il campione ha guardato i suoi tifosi e ha deciso che era suo dovere regalare un’emozione a quelle persone che avevano occhi solo per lui. È partito con un attacco deciso lontano dal traguardo, alla sua maniera, ha scandito un ritmo intenso in salita e poi si è gettato a capofitta in discesa disegnando traiettorie degne dei piloti di MotoGp.

Vincenzo Nibali all’attacco durante la quarta tappa del Giro di Sicilia 2021 (foto: LaPresse)

Tra due ali di folla, Vincenzo è andato a tagliare il traguardo, vincendo non solo una corsa che mancava dal luglio 2019, ma anche la classifica generale del “suo” Giro di Sicilia. Quelle lacrime dopo l’arrivo hanno un significato enorme.

«Questa è la prima corsa che vinco da professionista sulle strade di casa – ha spiegato Nibali – dove sono cresciuto, e l’ho fatto davanti alla mia gente, ai miei genitori e ai miei amici».

Essere un corridore in grado di vincere grandi Giri e classiche Monumento praticamente ogni anno e ritrovarsi da un momento all’altro incapace di fare la differenza deve essere stato difficile. Le critiche poi non piacciono mai a nessuno, soprattutto se ingenerose nei confronti di un atleta che ha tenuto altissima la bandiera italiana negli anni più duri del nostro ciclismo.

«Ho pianto dopo il traguardo, sono stato sopraffatto dalle emozioni – ha detto Vincenzo – Era tanto tempo che non arrivava la vittoria, anche a causa di alcuni problemi fisici che ho cercato di risolvere. Ho inseguito questo successo  con determinazione come ho sempre fatto».

Nibali piange, noi con lui. Ma le belle storie non sono finite, di fronte a un corridore così ci si può aspettare davvero di tutto.