Saronni pensa a Martini e dice: «Bisogna fare patti chiari tra Evenepoel e Van Aert»

Giuseppe Saronni in una foto d'archivio
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Beppe Saronni non si stupisce della severa riflessione fatta da Eddy Merckx, che avrebbe volentieri lasciato a casa Evenepoel per consentire a Van Aert di correre con il pieno possesso della squadra e quindi con più tranquillità.
«Che Evenepoel abbia un carattere di non facile gestione – afferma l’ex campione del mondo, Beppe Saronni è risaputo e non è la prima volta che Eddy si esprime con severità nei suoi confronti».

Lo lasceresti dunque a casa?

«Credo che il problema sia a monte. Mi spiego. Evenepoel non viene dalla trafila delle giovanili di ciclismo. Viene da un altro ambiente, certamente diverso. Che sia un ragazzo di talento non si può negare, però…»

Però?

«Deve ancora fare esperienza e capire che nel ciclismo ci sono regole, magari non scritte, che si imparano giorno dopo giorno vivendo questo mondo. Avendo saltato la trafila, lui non ha acquisito la necessaria conoscenza e, credo, per questo certi comportamenti risultano un po’ sopra le righe».

Poi c’è il talento!

«In questo caso è addirittura una complicazione perché il talento porta gli altri a perdonargli certi comportamenti che poi, invece, alla fine paghi».

Il campione è egoista!

«Sì, è vero. Ma bisogna essere egoisti al punto giusto ed al momento giusto. Non bisogna mai perdere il rispetto di certe regole che impongono comportamenti adeguati con i compagni, con gli avversari, con l’ambiente in cui vivi».

Ma lo porteresti al mondiale?

«Sai cosa dico? Penso ad Alfredo, perché lui di questi problemi ne ha avuti tanti ed alla fine ne è sempre venuto fuori bene. Io dico che dipende dal cittì: ci vuole una persona di carisma che riesca a concordare, cosa non facile, una strategia di gara che dia a ciascuno la possibilità di giocarsi le proprie possibilità senza pestarsi i piedi».

Un sano compromesso.

«Capisco quello che dice Eddy: corrono in casa, hanno corridori molto buoni, se fanno cose sbagliate viene fuori una figuraccia mondiale. La cosa più sicura è eliminare i rischi in partenza, ma rinunciare ad un campione non è mai semplice».