Mondiali 2021 / La gioia di Marco Velo: «Sapevo che Pippo avrebbe vinto, gli allenamenti parlavano chiaro. Giornata storica per il nostro ciclismo»

Marco Velo sull'ammiraglia azzurra
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Gli occhi azzurri di Marco Velo parlano più di mille parole, talvolta superflue. Il suo tono di voce è rilassato, sereno come quello di una persona che ha messo da parte la tensione sostituendola con una gioia immensa. Quale? Quella del titolo iridato, il secondo, di Filippo Ganna nella cronometro di 43,4 chilometri che da Knokke-Heist conduceva in una Bruges oggi più che mai affascinante. «Non ho mai avuto dubbi. Sapevo che Pippo avrebbe difeso la maglia iridata», dice col sorriso sulle labbra di chi la sa lunga.

Velo un bis che consacra definitivamente un Ganna superbo.

Senza dubbio. Filippo non ha sbagliato niente, è stato molto intelligente e ha saputo gestirsi. Non si è fatto condizionare dai rivale pensando esclusivamente alla sua gara, gestendola alla perfezione. Inoltre la grande performance sia di van Aert che di Evenepoel gli hanno dato quella cattiveria agonistica in più nella parte conclusiva per confermarsi sul tetto del mondo.

Ieri aveva detto che fare pronostici era difficile ma, in cuor suo, sapeva che Filippo avrebbe vinto nuovamente?

Chiaramente prima di un evento del genere e dato il parterre, fare dichiarazioni di un certo tipo può essere rischioso ma non ho mai dubitato delle potenzialità di Filippo. Lo vedevo pedalare bene, subito dopo gli europei ho immediatamente notato la sua condizione crescere. Nelle rifiniture prima della gara era concentratissimo, ha studiato il percorso nei dettagli così da conoscere ogni singolo punto per poter fare la differenza.

Differenza fatta gli ultimi dieci chilometri.

Già, come sospettavamo. Lo sforzo a cui i corridori dovevano sottoporsi oggi era decisamente più intenso rispetto agli europei e dall’ultimo intermedio in poi cominciava la parte saliente della gara. Con Filippo abbiamo pianificato una condotta di gara in progressione, attenta nella parte iniziale così da conservare energie preziose per gli ultimi chilometri che si sono rivelati quelli decisivi.

Si aspettava un van Aert così brillante?

Assolutamente sì, parliamo di un campione dal motore unico. Quando si presenta sulla linea di partenza lo fa per vincere e oggi ha dimostrato una classe degna di un grandissimo corridore. Credo abbia veramente una forma considerevole e sarà lui il favorito per la prova in linea di domenica prossima.

Oltre al bis di Ganna anche Affini e Sobrero si sono difesi molto bene.

Già e sono molto soddisfatto. Puntavamo con Edoardo alla top ten, sapevamo potesse essere tranquillamente alla portata e i risultati ci hanno dato ragione. Il suo nono posto è un bel segnale, soprattutto in ottica futura: Edoardo ha 25 anni, è un corridore ancora in crescita con margini di miglioramento notevoli e, lavorando con pazienza e massimo impegno, sono certo possa compiere ulteriori passi in avanti significativi. Sono contento anche per Matteo che, pur non essendo adattissimo a un percorso da specialisti puri come quello di oggi, ha dato il meglio di sé disputando una prova egregia. Lui è un corridore abbastanza leggero, avrebbe preferito sicuramente un tracciato più scattante ma va bene così, conta l’esperienza. E il bagaglio che si porterà a casa è un’ottima base su cui lavorare per un domani più vicino di quanto si possa credere.