Colnaghi: «Stagione buona, ma avrei potuto vincere di più. Bardiani? La migliore squadra per passare pro»

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Luca Colnaghi all'ammiraglia azzurra di Marino Amadori al Tour de l'Avenir 2021 (foto: AnoukFlesch)
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Leader del Prestigio Bicisport, Luca Colnaghi sta vivendo in questo 2021 la sua rivincita. Nessuna squadra ha voluto credere in lui dopo le vicende di quest’inverno (ricordiamo che era stato squalificato per tre mesi per una positività all’andarina e all’ostarina riconosciuta poi come contaminazione in buona fede), eccezion fatta per la UC Trevigiani.

In pochi mesi, Colnaghi è tornato prepotentemente ad altissimi livelli conquistando gare di rilievo come il Trofeo Matteotti, una tappa al Giro del Veneto e ancora il Memorial Dinucci. Tanti poi i piazzamenti che hanno convinto anche il commissario tecnico degli U23, Amadori, a convocarlo per il Tour de l’Avenir e la Bardiani ad ingaggiarlo come neoprofessionista per il 2022.

Colnaghi, partiamo proprio dall’Avenir. Che gara è stata?

«Siamo partiti forte e tutto sembrava volgere per il meglio: il secondo posto nella prima tappa in linea, mi ha dato molta fiducia. Sfortunatamente però sono caduto violentemente a terra e le ferite hanno lasciato il segno. A Bar-sur-Aube sono anche riuscito a sprintare in terza posizione, ma poi ho dovuto alzare bandiera bianca. Peccato perché la condizione era ottima…»

La convocazione per l’Avenir e il passaggio nel professionismo con la Bardiani sono il frutto di un 2021 ottimo, non credi?

«Si, diciamo che sono andato forte. Con un inverno più tranquillo, a mio avviso, avrei potuto anche fare più di più. Ho vinto in gare importanti è vero, ma in altrettante ci sono andato davvero vicino con secondi e terzi posti che mi hanno lasciato l’amaro in bocca».

Ti riferisci soprattutto al Giro d’Italia?

«Sì. Nel 2020 ho vinto due tappe e la maglia della classifica a punti, quest’anno invece solo una seconda posizione a Cesenatico. E’ stata un po’ la delusione del 2021».

Che significa passare pro’ dopo un inverno così travagliato?

«Significa che c’è qualcuno che crede veramente in me e ha fiducia nelle mie capacità. La Bardiani è la squadra perfetta per entrare nel mondo dei grandi, mi permette di correre in gare importanti ma allo stesso tempo di crescere con calma, senza eccessive pressioni».

La prima squadra ad aver creduto in te dopo la vicenda doping è stata la Trevigiani. Come ti sei trovato?

«Benissimo, li ringrazierò a vita per la seconda opportunità che mi hanno regalato. Con loro sono tornato a vincere, mi hanno messo a disposizione tutto quello che avevano e hanno creduto in me».

Come proseguirà la tua stagione, hai messo nel mirino Europei e Mondiali?

«Sono due percorsi che si addicono molto alle mie caratteristiche. Ora sono qui, insieme ad altri nove atleti, in ritiro con la nazionale di Amadori. Il ct farà le sue scelte nei prossimi giorni e spero di rientrare, penso a Europei e Mondiali da inizio stagione».

E poi? Correrai anche con la Bardiani?

«E’ probabile, ma ne parleremo più avanti».