TOKYO 2020 / Scartezzini: «Voto dieci alla spedizione azzurra. Ma questo è solo un punto di partenza, bisognerà confermarsi»

Scartezzini
Michele Scartezzini in una foto d'archivio al velodromo di Montichiari
Tempo di lettura: 2 minuti

Le Olimpiadi di Tokyo 2020 si sono concluse e il Velodromo di Izu si è ormai svuotato. Questa intensa settimana in pista ha regalato molte gioie agli azzurri e il bilancio della nostra spedizione non può che essere estremamente positivo.

Michele Scartezzini, il nostro uomo di fiducia in cabina di commento, così come i vari tecnici e membri degli staff ha però voluto ribadire quanto questi Giochi debbano essere considerati come un nuovo punto di partenza e non di arrivo del ciclismo su pista italiano.

I ragazzi del quartetto hanno raggiunto il punto più alto, ma bisognerà confermarsi nei prossimi importanti appuntamenti e, ovviamente alle Olimpiadi di Parigi del 2024. Le ragazze, che tornano a casa senza medaglie, possono comunque dire di aver fatto grande esperienza. Non dimentichiamoci che le nostre azzurre sono ancora giovanissime e avranno davanti a loro una carriera lunghissima.

Michele, ci siamo, le Olimpiadi si sono concluse. Qual è il bilancio?

«Meglio di così non si poteva fare, la nostra è stata un’impresa e di conseguenza ne ha beneficiato tutto il movimento. Siamo arrivati a queste Olimpiadi al massimo della condizione e con i migliori atleti disponibile. Se dovessi dare un voto non scenderei mai e poi mai sotto il dieci».

Uno degli uomini più importanti dei Giochi è stato senza dubbio Villa. Cosa rappresenta per voi il ct?

«Villa è una di quelle persone di cui ti fidi ciecamente. E’ lui che ci ha portato a questo livello, noi abbiamo talento, ma senza di lui mai e poi mai saremmo riusciti a vincere una medaglia d’oro. Dal lato sportivo è un tecnico fantastico, dal lato umano posso dire che è quasi un secondo padre per noi».

Lo conferma la sua difficoltà nel momento delle convocazioni…

«Per lui è stato davvero complicato. Tra di noi abbiamo un bel rapporto e ai suoi occhi poteva sembrare quasi un tradimento. Però non è stato così, la scelta sarebbe dovuta arrivare e ho capito».

Come hai reagito inizialmente all’esclusione?

«Beh, sarei ipocrita a dire che non mi è dispiaciuto. Però ragionando mi sono chiesto “perché devo comportarmi da bambino e gettare tutto al vento?”. Essere riuscito a mettere in difficoltà Villa nelle scelte mi riempie comunque d’orgoglio. Inoltre siamo arrivati qui tutti insieme e tutti insieme vogliamo continuare».

Cosa intendi con “continuare”?

«Non è finita qui. E’ vero, abbiamo vinto l’oro all’Olimpiadi però a ottobre ci saranno Europei e Mondiali. Noi abbiamo l’obbligo di confermarci, dare continuità al progetto inserendo piano piano anche altri giovani nel gruppo. E poi ci sarà Parigi».

E Parigi sarà una tappa fondamentale anche per le ragazze…

«Il percorso delle ragazze somiglia sempre di più al nostro. Anche noi a Rio non siamo andati a medaglia, eravamo giovanissimi e le altre nazionali sembravano così lontane. Poi però abbiamo lavorato, ci siamo messi d’impegno, e ora possiamo dire di essere i migliori al mondo. Loro sono ragazze poco più che maggiorenni, a Parigi saranno mature il giusto per incrementare ancora di più le prestazioni».