TOKYO 2020 / Damiani racconta Consonni: «Simone è il futuro della Cofidis. Professionista serio e talento da vendere»

Damiani
Roberto Damiani, direttore sportivo della Cofidis
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A parlarci di Simone Consonni, uno dei quattro supermen azzurri del quartetto, è Roberto Damiani. Lombardo come lui, è il suo direttore sportivo alla francese Cofidis. «La prima cosa che posso dire di Simone è che è una persona onesta, e mi ha dato modo di vederlo spesso in questi due anni. Per questo sono felicissimo che sia stato riconfermato alla Cofidis. Da questo punto di vista oro o argento cambia poco: su Simone puntiamo a occhi chiusi».

Il bergamasco correrà per il team francese, che invece perderà Elia Viviani e Christophe Laporte, anche nelle prossime due stagioni. Ma torniamo alla questione dell’onestà, sottolineata da Damiani. Primo episodio. «L’anno scorso, dopo il lockdown. Finalmente andiamo in ritiro con la squadra a Livigno. Si corre, ma su Zwift. Simone si accorge che i suoi rulli sono regolati male, in pratica va con più facilità. Ad assistere ci sono anche De Rosa e Vasseur, diciamo che se Consonni vincesse farebbe una gran bella figura. A un certo punto però lui mi chiama e mi fa: c’è qualcosa che non va sul rullo, così vinco con una gamba sola e non mi va. Poteva fare il figo, in quel momento vincere su Zwift era come vincere il Tour de France, ma lui non c’è stato perché non sarebbe stato onesto».

Episodio numero due. «Quest’anno, al Giro d’Italia. Questo è capitato almeno due volte, in due occasioni gli ho detto: guarda Simone che secondo me Elia oggi non passa la salita, fai tu la volata? Ma lui no: finché c’è Elia io faccio la volata per lui. Fedeltà e onesta totale».

La storia d’amore con la pista comincia quando Simone ha sei anni. A portarlo la prima volta è il suo papà, Corrado, che fa il falegname e intanto gioca a calcio. Uno dei suoi amici porta i figli al palazzetto di Brembate, in pista, e così fa lui con Simone. Oggi Consonni si gioca la finale olimpica nell’inseguimento a squadre a Tokyo, dall’alto del record del mondo ottenuto ieri. Damiani è emozionato. «Il numero incredibile il quartetto lo ha fatto quando Consonni ha chiuso il buco perché si era staccato Milan: chiudere un buco di sette, otto metri a 65-70 chilometri l’ora con Ganna che tira è qualcosa di fantascientifico. Infatti a Simone ho mandato un messaggio: forse fra qualche tempo capirai che cosa hai fatto, un numero di altissima scuola».

Con lui alla Cofidis non hanno mai avuto problemi. «Simone è un professionista serio. Quest’anno ha avuto un problema al ginocchio, ha avuto bisogno di cure, lo abbiamo aspettato, è un piacere farlo con una persona del genere. Come carattere è uno che gioca, che spara cazzate, che ha una bella ironia. Uno pulito».

Altri due anni di Cofidis, e così arriviamo alla soglia delle prossime Olimpiadi, quelle di Parigi. «Mi dispiace che Viviani prenda un’altra strada, ma è giusto che Simone faccia la sua. Avrà prospettive nuove, anche perché sarà più libero, ha grandi margini di miglioramento e fino al 2024 non avrà le Olimpiadi».

Un onore, ma anche un peso per il team che ha deciso di rispettare gli accordi con i suoi atleti e con la federazione italiana. «Ci sarebbe piaciuto portarlo al Tour de France, ma quest’anno il suo programma su strada si è interrotto col Giro. Era giusto dargli due mesi interi, giugno e luglio, per lavorare con gli altri azzurri della pista. E’ normale che abbiano bisogno di un po’ di tempo per affinare la loro preparazione: stanno a tre millimetri e mezzo dalla ruota dei compagni, praticamente a occhi chiusi. Abbiamo visto proprio ieri cosa può succedere». Nel bene e nel male.