Caso Cassani / Martinello va giù duro sulla gestione della vicenda

Silvio Martinello al Giro d'Italia 2021 come voce tecnica di Radio1 Rai, per il programma "Sulle Strade del Giro"
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Silvio Martinello, sconfitto al ballottaggio per l’elezione presidenziale, non ha voluto fino ad oggi esprimersi sulle scelte dell’attuale dirigenza. «Abbiamo ancora in corso un appello per la regolarità di quelle elezioni e ho preferito astenermi da ogni intervento». Questa volta però fa un’eccezione anche se dice di farla con molta cautela: «Stiamo parlando dei vertici federali di un movimento di cui faccio parte ed è giusto pesare bene le parole».

Nazionale, “Caso Cassani”: il pensiero di Silvio Martinello

«Cominciamo subito col dire – esordisce – che la voglia di cambiare del nuovo corso è assolutamente legittima, anche se devo dire che in questi mesi ho visto tante, tantissime nomine ma ancora non ho visto un progetto concreto avviarsi. Non mi stupisce nella misura in cui anche nel programma elettorale non c’erano progetti concreti».

«Detto questo – prosegue Silvioera già noto che a Cassani molte competenze gli erano state tolte: il coordinamento era passato ad Amadio e il settore crono a Villa. Quindi quello che è accaduto a Tokyo è in linea con quanto era nella testa del presidente».

Quindi tutto a posto?

«Tutt’altro. Tutta la vicenda è stata gestita da dilettanti allo sbaraglio. Credo che poi la polemica sia stata provocata da un’intervista imbarazzante dello stesso Dagnoni che ha parlato di “ambassador” e di altre cose dimenticando il ruolo che riveste ed il peso delle parole che escono dalla sua bocca».

Martinello: quali errori imputi nella gestione della vicenda?

«Aver fatto trapelare il concetto che Cassani non era più gradito: finché ha un ruolo va difeso e tutelato, non messo alla berlina. Farlo rientrare prima da Tokyo evidenziando una retrocessione che non era stata gestita bene. Ed infine sfidare Cassani sul piano della comunicazione dove lui è un gigante».

Un grande comunicatore?

«Intendiamoci, credo che neanche la persona più ostile a Cassani possa negare quanto ha fatto e continua a fare Davide per il movimento ciclistico. I suoi meriti non possono essere disconosciuti. Cassani ha la stampa dalla sua parte perché è capace ed i giornalisti glielo riconoscono. A maggior ragione il cambiamento del suo ruolo andava gestito in un altro modo. Mi permetto di dire che al primo esame importante questa dirigenza ha completamente fallito».