Amadori: «Ecco perché ho portato i pro’ alla Corsa della Pace. La crono del Giro? Necessaria per stare al passo con i tempi»

Amadori
Marino Amadori, commissario tecnico della nazionale italiana U23
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Filippo Zana alla Corsa della Pace, Andrea Cantoni, Alessio Bonelli e Filippo Baroncini al Giro d’Italia U23. I nostri giovani si stanno finalmente facendo vedere e lanciano segnali importanti al commissario tecnico della nazionale italiana U23. Proprio con il ct Marino Amadori facciamo il punto della situazione, soffermandoci principalmente su due punti: la scelta di portare un professionista come Zana alla Corsa della Pace e quella di inserire una cronometro piuttosto lunga al Giro U23. Sentiamo le sue risposte…

Amadori, a che punto siamo? I ragazzi lanciano segnali incoraggianti…

«Bene, sono molto soddisfatto. Partiamo dalla Corsa della Pace: Filippo Zana è già professionista con la Bardiani, ma non dimentichiamoci che è un classe 1999. E’ stato nettamente il più forte in salita e ha dominato la classifica generale».

Da cosa deriva la scelta di portare un professionista come Zana?

«Principalmente sono due i motivi. Primo, gran parte dei ragazzi italiani sta correndo il Giro U23, quindi erano indisponibili per la Corsa della Pace. In secondo luogo bisognava fare dei punti per la Coppa delle Nazioni e quindi per il Mondiale delle Fiandre».

Aver corso il Giro d’Italia gli ha dato qualcosa in più?

«Sicuramente, anche se ero leggermente preoccupato per la tenuta fisica. Era la prima volta che correva per tre settimane, eppure è andato davvero forte. Comunque non eravamo l’unica nazionale che ha schierato dei professionisti. Anzi…»

E questo cosa vuol dire?

«Vuol dire che la barriera tra professionismo e dilettantismo è sempre più sottile. Ci sono corridori già pronti per il grande salto a un’età molto giovane».

E anche per questo che ha voluto fortemente inserire una cronometro al Giro d’Italia U23?

«Sì, anche. Purtroppo organizzare delle cronometro in Italia è piuttosto difficile e i ragazzi hanno bisogno di fare esperienza. Come abbiamo potuto vedere al Tour e al Giro dello scorso anno, le prove contro il tempo sono fondamentali. Selleri e il resto dell’organizzazione del Giro U23 ha fatto la cosa giusta».

Quindi cosa risponde a quei “critici” che dicono che il dilettantismo va troppo veloce?

«Che il mondo di oggi va a queste velocità e se non si è al passo si rischia di rimanere esclusi».

Tra l’altro ha vinto il “nostro” Baroncini…

«Filippo è un ragazzo che va davvero forte. La cosa interessante è che è un corridore ancora tutto da scoprire, ha ampi margini di miglioramento».