GIRO D’ITALIA / Le salite di oggi: San Bernardino, Spluga e Alpe Motta

Egan Bernal e Joao Almeida all'attacco sulla salita dell'Alpe di Mera (foto: Fabio Ferrari/LaPresse)
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La frazione di oggi è un remake del finale del tappone alpino del Giro d’Italia del 1965, da Saas Fee Madesimo, uno dei più duri della storia della corsa, 282 chilometri con 5.300 metri di dislivello. Come 56 anni fa si scaleranno, nell’ordine, il Passo San Bernardino, lo Spluga e Madesimo. Nel ’65 il traguardo venne fissato ai 1550 metri del famoso centro sciistico valtellinese, mentre oggi si proseguirà in salita sino ai 1727 metri dell’Alpe Motta, finora esplorata dal Giro, quasi 3 chilometri oltre Madesimo.

L’Amarcord dal Giro d’Italia del 1965

Quella del 1965 è stata l’unica occasione in cui il Giro ha scalato sia il San Bernardino che lo Spluga. La parte iniziale della tappa, che si svolgeva quasi interamente in territorio svizzero, prevedeva la scalata altri due over 2000: il Furkapass e il Passo del San Gottardo. Era maglia rosa Vittorio Adorni, già con un cospicuo vantaggio in classifica sugli avversari. Il secondo, Zilioli, era staccato di 6’34”. Sul San Bernardino, avvolto dalla nebbia, andò in fuga il toscano Poggiali, che venne però raggiunto a un paio di chilometri dalla cima, dove Vito Taccone precedette Bitossi e Ferretti. Ancora insieme tutti i migliori. Fu lo Spluga, affrontato come oggi dal versante svizzero, a decidere la corsa. Dancelli Adorni si avvantaggiano nella discesa del San Bernardino e si trovano in testa insieme. Già sulle prime rampe dello Spluga il bresciano cede di schianto , la maglia rosa ha via libera. Il d.s. Luciano Pezzi gli aveva raccomandato, al mattino, di correre con prudenza perché il vantaggio in classifica era rassicurante, ma il leader della Salvarani sentiva la gamba e si avviò verso un successo trionfale. 

Adorni sale tra due muraglie di neve e scollina con un notevole margine. Plana su Pianazzo e per lui gli ultimi due chilometri di salita per raggiungere il traguardo di Madesimo sono un’apoteosi. Taccone, il primo dei suoi inseguitori, arriva dopo 3’33”. E’ poi la volta, alla spicciolata, di Bitossi, Ferretti, Zilioli, Gimondi e Massignan. Da allora mai più nessuno vinse il Giro d’Italia con un vantaggio di oltre dieci minuti sul secondo. Adorni giunse a Firenze con un margine di 11’26” su Zilioli e di 12’57” sul giovane compagno di squadra Gimondi, che 38 giorni dopo avrebbe vinto il Tour de France

Madesimo fu poi traguardo della quartultima tappa del Giro d’Italia 1987, quello dominato dall’irlandese Stephen Roche. Si arrivava dopo aver scalato anche il Passo San Marco. Frazione noiosa, con un’inattesa tregua tra i big. Parte da lontano il giovane francese Jean-François Bernard, che guadagna un vantaggio tale da annullare l’inseguimento finale del grimpeur. S’impone con 1’14” sullo scozzese Millar e 1’16” sullo spagnolo Lejarreta. La maglia rosa Roche, con ormai in pugno il Giro, arriva a 1’32”