Giro d’Italia / Damiani: «Niente scuse, siamo venuti qui per vincere con Viviani e abbiamo fallito»

Roberto Damiani, direttore sportivo del Team Cofidis, pronto a seguire la squadra in ammiraglia al Giro d'Italia
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Elia Viviani a suo tempo scelse la Cofidis per diventarne il punto di riferimento, il grande nome che ai francesi mancava da anni. Un anno e mezzo dopo, il bilancio è magrissimo e Viviani conclude il Giro senza vittorie: su quibicisport.it il bilancio della Corsa Rosa con Roberto Damiani, direttore sportivo del team francese.

– Roberto, quali ambizioni riponevate in Viviani?

– «Molto semplice, è un campione e i campioni devono vincere. Lui, ma non solo lui, direi noi, non ci siamo riusciti. E quindi abbiamo fallito».

– È mancato più Viviani o la squadra?

– «Elia non è andato male, ha fatto delle belle volate, ma ha trovato velocisti più forti di lui. Alla squadra non posso dire niente, hanno lavorato al meglio delle loro possibilità».

– Forse Viviani ha sbagliato preparazione? Ha fatto il Romandia, corsa durissima e segnata dal maltempo.

– «Può darsi, tutto può essere, ma non è la prima cosa che mi viene in mente. Lui come sempre s’è approcciato al Giro col suo preparatore. Secondo me pensava di arrivare alla partenza di Torino con una condizione migliore».

– E invece?

– «E invece, fatiche comprese, sta meglio adesso che due settimane fa. Qualcosa non è andato per il meglio, dovremo confrontarci».

– Come proseguirà la sua stagione?

– «Dopo il Giro passerà agli ordini di Villa in vista delle Olimpiadi. Non farà né i campionati italiani né tantomeno il Tour. E dopo Tokyo, brevi corse a tappe e corse d’un giorno».

– La Vuelta?

– «Non credo proprio, né lui né Consonni».

– A proposito di Consonni, il suo è stato un ottimo Giro. Merita forse più libertà?

– «Io non avevo dubbi, Simone quando sta bene è fantastico. Sapete perché il discorso delle libertà non regge? Perché noi gliele diamo e perché lui è il primo a voler rispettare i ruoli».

– E il capitano è Viviani.

– «Sì, ma non per partito preso. Lafay è andato in fuga e ha vinto, Consonni idem e ha chiuso quarto e secondo. Mantenere certi ruoli è anche una questione di fiducia e rispetto nei confronti dei corridori».