Paternoster ESCLUSIVA/1: «Il Covid, l’infortunio: ho battuto tutto, ora voglio tornare a vincere»

Letizia Paternoster durante la presentazione del percorso del Giro d'Italia 2021, negli studi Rai (foto: Claudio Furlan/LaPresse)
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C’è un tempo per tutto. Per Letizia Paternoster si può sdoganare il termine “Erasmus Olimpico“: quel periodo di tempo dove si impara, si continua a limare i particolari sfidando anche piccoli incidenti di percorso e imprevisti. Lei, studentessa modello colorata d’azzurro, nell’ultimo weekend a Civitanova Marche ha ricominciato a brillare con l’ottimo secondo posto Trofeo Born To Win. Il regalo più grande quindi Letizia Paternoster se l’è ritagliato in sella alla sua compagna di viaggio, la bici: il rientro alle gare, respirare di nuovo la magica atmosfera del gruppo, sorridere, divertirsi, correre per un grande obiettivo. Davanti alla campionessa trentina delle Fiamme Azzurre e della Trek-Segafredo l’orizzonte si chiama Tokyo. E dopo l’infortunio al ginocchio e il Covid questa è la notizia più bella che Letizia Paternoster e il ciclismo femminile italiano sperava da tempo di sentire. La prima parte dell’intervista esclusiva di quibicisport.it con la Paternoster scatta da qui, dal secondo tempo di un film con una sceneggiatura da riscrivere tutta di corsa. Senza limiti, a perdifiato.

Come ti senti dopo le prime gare?

«Bene, mi sento rinata. Sono felice di essere di nuovo in gruppo, del percorso che sto facendo e della crescita che ho ogni giorno. Sono pronta e con un unico obiettivo in testa che è quello di agosto. Anche se ora non sono nella massima condizione, ma sto facendo un gradino alla volta e sto rispettando i tempi».

Le Samyn e Scheldeprijs che sensazioni ti hanno lasciato?

«Tornare in gruppo e con il mio direttore sportivo è stata una grande emozione. C’era anche Luca Guercilena e ho rivissuto l’adrenalina che mi mancava e che per me è la fonte principale del motivo per cui faccio questo sport. Un po’ come una droga. Le sensazioni sono state positive: ho tirato per il mio capitano, ho fatto il lead out e ho tanta voglia e grinta. Sono caduta a metà gara, ma non ho mollato e sono arrivata per dimostrare che sono tornata».

L’infortunio al ginocchio di Letizia Paternoster è definitivamente alle spalle.

«Sì, sei mesi ferma sono stati tanti. Non riuscivo a trovare la causa del male al ginocchio. Poi sono andata da uno specialista molto bravo che fortunatamente è riuscito a indirizzarmi sulla strada giusta per guarire e poi in un mesetto ne sono uscita. Poi anche il Covid. È stato un anno decisamente sfortunato che alla fine qualsiasi sportivo ha nella sua carriera, ne sono consapevole».

Mancheranno le competizioni su pista in preparazione alle Olimpiadi. Quanto e come può influire questo fattore?

«Sicuramente è un peccato. Stanno togliendo e annullando molte gare e magari alcune non possiamo nemmeno andare a farle, perché è un pericolo e sono in posti troppo lontani. Se dovesse succedere qualcosa così lontano, sarebbe un problema per tutta la Nazionale. Qualcosa danneggiano, ma personalmente non ho mai avuto tanto bisogno di correre: acquisto abbastanza presto il ritmo e le dinamiche di gara e non è il lato più difficile da affrontare».

Su quali aspetti si focalizzeranno gli allenamenti di Letizia Paternoster del prossimo mese di maggio?

«Avendo fatto tanto tempo fuori ho bisogno di tanto allenamento di base e fondo. Sarà importantissima per me la doppia altura che farò: spenderò tanto tempo a Livigno e già ho in programma due cicli molto lunghi da fare e quindi solitamente il mio corpo reagisce molto bene agli allenamenti in montagna. Sarà un periodo fondamentale per il mio percorso preolimpico, unitamente agli allenamenti in pista. Fortunatamente siamo un gruppo di ragazze molto forti e allenarsi in pista a Montichiari permette di simulare molte gare/semi-gare che ti permettono di acquisire tanto ritmo. Avere compagne così è quasi come se fosse una gara ogni volta. Ma non una gara mediocre, una gara vera. Non dico una Coppa del Mondo, ma quasi. A maggio farò un ritiro individuale e mi concentrerò sull’allenamento di base e sulla forza. Poi continuerò il mio percorso di avvicinamento a Tokyo sul Maniva insieme alla Nazionale».

LEGGI LA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA ESCLUSIVA A LETIZIA PATERNOSTER SU QUIBICISPORT.IT