AMARCORD/35 Giro 1982, il “mostro” Hinault è solo contro tutti, ma soffre, reagisce e vince

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«Guerra al mostro». Lapidario il messaggio di Bicisport sulla copertina di maggio 1982: il Giro d’Italia sta per cominciare e per la seconda volta Bernard Hinault sorpassa le Alpi a caccia di bottino, alla maniera degli antichi re francesi. 

Ha 27 anni e un curriculum per l’appunto mostruoso, nel quale spiccano tre Tour de France, una Vuelta e il Giro del 1980. In altre parole, ha vinto tutte le grandi corse a tappe a cui ha partecipato, ad eccezione del Tour del 1980, abbandonato in maglia gialla per noie a un ginocchio. In Italia lo attendono i soliti Moser e Saronni, oltre alla Bianchi diretta da Giancarlo Ferretti, che schiera il tridente Prim-Contini-Baronchelli.

Hinault ha modi spicci e arie da tiranno, a cui aggiunge una determinazione feroce. Ne dà un primo, eloquente saggio a Campitello Matese, salutando la compagnia, a parte Beccia che gli resta aggrappato alla ruota. Lo farà vincere e se lo ritroverà alleato in seguito, pensano in molti, ma sono logiche che al bretone interessano poco. Così in volata allunga e vince nettamente.

Le Blaireau (il Tasso), come lo chiamano in Francia, è solo contro tutti, anche perché i suoi compagni della Renault (fra i quali un Fignon agli inizi) non riescono a spalleggiarlo nei momenti più duri. Così, nei giorni successivi arriva anche qualche patema, soprattutto nella tappa di Boario Terme, che prevede l’aspra ascesa del Crocedomini. Lo attaccano i tre della Bianchi e due della Metauro Mobili: il vecchio e glorioso Van Impe e il giovane Groppo. Il blitz riesce: Contini batte van Impe in volata e si ritrova in maglia rosa, Hinault rimbalza a oltre due minuti. 

«Vi farò vedere che sono più pericoloso da secondo in classifica che da primo – digrigna il Tasso – Quando ho un avversario da attaccare la mia concentrazione e la mia rabbia agonistica raggiungono il massimo». Detto fatto, il giorno dopo domina la salita di Montecampione e vince da solo, riprendendosi la maglia. Contini prende oltre tre minuti e l’atteggiamento dei suoi due compagni di squadra Prim e Baronchelli fa discutere: perché nessuno dei due è rimasto con il leader?

Contini lo attacca nella Cuneo-Pinerolo, il “Tasso” gli rende omaggio

Il Giro però non è ancora deciso: al penultimo giorno, il patron Torriani ha piazzato la Cuneo-Pinerolo, ricalcata sul tracciato che aveva fatto da teatro alla leggendaria cavalcata solitaria di Coppi, nel Giro del 1949. Contini prova ancora a ribaltare la corsa, attacca sull’Izoard senza successo, poi sul Sestriere riesce a staccare Hinault, che però rientra in discesa. Il tappone finisce con una volata vinta da Saronni e senza ulteriori danni per la maglia rosa, che rende omaggio all’avversario: «Solo Contini ha capito che ero un difficoltà».

Il giorno dopo, a Torino, il “mostro” Hinault vince il suo secondo Giro. Nel 1985 firmerà la tripletta, stabilendo il record difficilmente battibile di tre successi in tre partecipazioni. Farà altrettanto solo Contador, ma il Giro del 2011 gli sarà tolto per squalifica.