Da Laigueglia a Laigueglia, un anno dopo. Ehi Ciccone, dove eravamo rimasti?

Giulio Ciccone Giro d'Italia 2020 Roccaraso
Giulio Ciccone all'arrivo della tappa di Roccaraso, al Giro d'Italia 2020
Tempo di lettura: 2 minuti

Un’improvvisa accelerazione per prendere il volo, planando in solitaria verso il traguardo finale. Giulio Ciccone si è imposto nell’ultima edizione del Trofeo Laigueglia scegliendo la strategia più spettacolare e la maniera dei grandissimi. Il suo scatto negli ultimi metri della salita di Colle Micheri ha demolito la resistenza di Diego Rosa e Biniam Hailu e fatto esultare il Commissario Tecnico Davide Cassani, che, per l’occasione, lo aveva ingaggiato nella selezione italiana.

Ciccone e una nuova consapevolezza

Quella vittoria, maturata ai meno 10 dal traguardo, aveva un peso speciale per il corridore della Trek-Segafredo perché rappresentava la conferma di una crescita straordinaria. Nel Giro d’Italia dell’anno precedente, Ciccone si era messo in mostra conquistando la classifica riservata agli scalatori e imponendosi in una delle tappe regine della gara, quella del Mortirolo con arrivo a Ponte di Legno. Poi la maglia gialla indossata al Tour de France per due giorni. Dopo un 2019 da urlo, la picchiata verso il traguardo di Laigueglia è stata una vera e propria prova di forza.

Quanta sfortuna…

Come per altri protagonisti, anche Giulio ha sofferto le bizze del 2020. Lo stop è arrivato, forse, nel momento peggiore per l’abruzzese, data la sua strepitosa condizione psicofisica. Poi ci ha pensato la sfortuna a complicare ulteriormente i piani di Ciccone: anche lui è finito tra i contagiati da Covid-19 e, complice anche la compressione del calendario in pochi mesi, ha pagato a caro prezzo la convalescenza. Niente Tirreno-Adriatico e giusto un assaggio di Giro, più che sufficiente per capire di non poter ripetere i risultati della stagione precedente e nemmeno per poter aiutare il capitano Vincenzo Nibali.

Un buon inizio

Alla luce di questi imprevisti, l’avvicinamento al Trofeo Laigueglia 2021 di Ciccone assume ben altri connotati. Probabilmente non sarà più la conferma di una crescita continua, ma la ricerca del colpo di pedale migliore. Diversi indizi lasciano comunque intendere che la rinascita di Giulio sia già iniziata. Al Tour de la Provence, si è messo in evidenza con una fuga da lontano nella prima tappa e con una bella piazza d’onore nella frazione seguente, chiudendo con un buon sesto posto. Poi, al Tour du Var, Ciccone ha mostrato altri segnali di ripresa, restando sempre con i migliori e aiutando il compagno Gianluca Brambilla a conquistare il successo finale. Manca l’appuntamento con la vittoria. Chissà se Laigueglia sarà già l’occasione giusta per sbloccarsi.