La Piccozza di Sgarbozza: «Froome è senza squadra. Nibali? Ecco come può rinascere»

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Terza giornata di gare all'UAE Tour e nuovo appuntamento con il grande Gigi Sgarbozza e la sua Piccozza su quibicisport
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Nel giorno di Tadej Pogacar La Piccozza di Sgarbozza fa un check-up completo alla tanto attesa tappa-clou di Jebel Hafeet. Il grande Gigi Sgarbozza, nell’analisi critica della frazione numero tre dell’UAE Tour, nelle vesti del Divin Poeta, Dante Alighieri, prende Chris Froome e Vincenzo Nibali e li mette nel limbo. I due campioni sono tra color che son sospesi: il keniano bianco della Israel Start-Up Nation fatica sin da primi cambi di ritmo, complice un feeling ancora da ritrovare e la totale mancanza di compagni di squadra. Lo Squalo stringe i denti, resta con i migliori, ma appena la Ineos Grenadiers schiera i granatieri davanti e accende la miccia si stacca. Secondo La Piccozza di Sgarbozza, però, potrà rilanciarsi al Giro d’Italia.

Tra i tanti modi di perdere, oggi Yates ha scelto il peggiore.

«Ha tentato il tutto per tutto, i gregari della Ineos lo hanno lanciato bene con un’andatura mortifera per tutti. Tranne che per Pogacar, rimasto senza squadra perché Majka e Formolo sono stati al di sotto delle aspettative, ma anche da solo riesce a fare numeri incredibili. È forte e ha una straordinaria intelligenza tattica in gara».

Un Pogacar già super.

«Fossi stato in lui però avrei lasciato vincere la tappa a Yates. Il britannico ha tirato tutta la salita, lui aveva la maglia rossa ed è stato troppo ingordo».

Debacle di Lutsenko. Passi indietro rispetto all’Etoile de Bessegès.

«Non è un corridore da brevi corse a tappe. Il meglio di sé riesce a darlo nei Grandi Giri, in particolare al Tour de France. Di solito si inizia a vedere dalla Tirreno-Adriatico in poi, non è mai stato grandissimo protagonista nei primi appuntamenti. Consapevole di non essere in condizione non ha forzato».

Froome molto deludente.

«Peggio di quanto mi potessi aspettare. Vuole soltanto farsi vedere per ora. Le sue gare saranno il Giro del Delfinato e poi il Tour».

È sembrato isolato, senza nessuno su cui poter contare.

«Non ha corridori che lo possano sostenere in salita e nemmeno pretende in questo momento di avere una grande squadra. Vuole ritornare quello che era e magari gli potrebbe bastare un buon piazzamento o una vittoria di tappa al Tour de France».

Anche Nibali in difficoltà.

«Non ha retto il ritmo della Ineos e ha fatto gli ultimi quattro chilometri del suo passo. Penso che per rilanciarsi dovrà fare soltanto il Giro d’Italia, puntare a una tappa, ma con i corridori che stiamo vedendo non potrà vincerlo. Bernal ha dato grandi segnali al Tour de La Provence».

La Deceuninck Quick Step è evaporata. Almeida ha stretto i denti.

«Il portoghese è stato ammirevole. Sono mancati Cattaneo e Masnada».

Pogacar è il favorito assoluto?

«Sì, Yates ha poche chance di firmare il bis. Se Pogacar gli lasciasse la tappa di Jebel Jais, farebbe un bel gesto. Correndo nel Paese della sua squadra vorrà sicuramente vincere ancora, ma la stagione è appena iniziata: penso sia meglio crearsi delle amicizie e delle alleanze con gli altri campioni in gruppo. Altrimenti il giorno che va in crisi è finito e sarebbe attaccato da tutti. Si deve saper gestire e non fare il “Cannibale”».