Imola 2020: dieci nomi da seguire nella prova su strada maschile

Chi indosserà la prossima maglia iridata? (Foto: Luca Bettini/BettiniPhoto©2019)
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Un Mondiale allestito in fretta e furia e per questo già nella storia. Un percorso che si preannuncia estremamente selettivo, soprattutto se dovessero essere confermate possibili condizioni climatiche avverse. Vista l’anomalia della stagione, fare un pronostico secco appare quasi impensabile, e allora proviamo a vedere quali possono essere dieci nomi da seguire per la gara maschile in programma domani 27 settembre.

Julian Alaphilippe

Parole sue: il percorso sembra fatto apposta per lui. Al Tour ha bluffato? Perché la condizione non è sembrata di certo quella del miglior Alaphilippe. È vero ha vinto una tappa e ha vestito la maglia gialla, ma quando è andato in fuga ha sempre trovato qualcuno più in giornata di lui. Il Mondiale non lo ha ancora vinto, né lo ha mai visto sul podio, ma sembra solo questione di tempo… magari di poche ore.

Jakob Fuglsang

Tra i nomi dei corridori che non arrivano dal Tour quello di Jakob Fuglsang appare come il più gettonato. Tra 2019 e 2020 il salto di qualità è stato evidente tanto da vederlo vincere Liegi e Lombardia ed essere protagonista sia alla Freccia Vallone che alla Strade Bianche e alla Amstel Gold Race. Maturo per un successo iridato Fuglsang lo è, decisamente. Il percorso lo potrebbe ispirare, la pioggia non lo taglia fuori, anzi, e chissà che la Danimarca non realizzi un clamoroso filotto dopo il successo di Mads Pedersen nel 2019.

Marc Hirschi

Un titolo mondiale e un titolo europeo tra gli Under 23 nel 2018. Lo scorso anno i primi passi tra i professionisti con risultati di prestigio – top ten ad Harelbeke, podio a San Sebastian. Quest’anno un ulteriore salto di qualità con la vittoria di tappa al Tour de France e il premio finale per l’atleta più combattivo della corsa. Marc Hirschi studia da vicino Alaphilippe, parole sue, e sogna una medaglia iridata. Dovesse trovarsi di nuovo faccia a faccia col francese l’esito potrebbe essere diverso rispetto a quello visto al Tour de France e chissà, in questa stagione di cambio generazionale, il suo nome potrebbe spiccare nell’albo d’oro del Mondiale. Dovesse piovere, poi, Hirschi diventerebbe automaticamente uno dei favoriti assoluti. L’unica incognita potrebbe essere legata alla caduta avvenuta gli ultimi giorni del Tour che potrebbe aver lasciato qualche strascico.

Diego Ulissi

Scegliamo lui a rappresentare l’Italia perché è il migliore Ulissi visto negli ultimi anni, inutile nasconderlo. Arriva al Mondiale con una forma che non aveva mai mostrato e soprattutto appare maturo al punto giusto e sembra essersi sbloccato mentalmente. Avrebbe tutte le carte in regola per vincere: percorso adatto, spunto veloce. Qualche dubbio sulla resistenza alle lunghe distanze c’è sempre, è vero, anche se in passato ha dato prova di forza anche in gare sopra i 200/230 chilometri. Prima o poi arriverà una grande vittoria, perché la classe c’è.

Wout van Aert

La platea si divide: chi lo vede stra favorito, chi lo vede stanco per resistere a una corsa che si preannuncia durissima. Ieri, non fosse stato per Ganna, Wout van Aert avrebbe vinto anche la cronometro mondiale e dopo Strade Bianche, Milano-Sanremo, due tappe al Tour, non ha certo intenzione di smettere di vincere. Va forte in salita, sugli strappi non teme nessuno così come in volata: provate a fermarlo se ci riuscite.

Michał  Kwiatkowski

Un Mondiale lo ha già vinto e al Tour de France ha mostrato di essere tornato in condizioni smaglianti. Il suo problema è sempre lo stesso: quando lo aspetti spesso evapora, altrimenti quando arriva in sordina spunta dal nulla e può far male. Completo, furbo, capace sia di vincere uno sprint ristretto al termine di corsa dura, che partire e andare fino al traguardo da solo, Michał Kwiatkowski è uno dei corridori da temere maggioremente sul percorso di Imola.

Tom Pidcock

Il suo nome lo abbiamo inserito se non altro per curiosità. Difficile immaginarcelo lottare per una medaglia, anzi, ci sbilanciamo: appare impossibile. Però vederlo già al via essendo ancora Under 23 gli fa guadagnare come minimo una menzione – e probabilmente si farà notare conoscendo la sua indole. Certo, poi dovesse anche solo arrivare a giocarsi qualcosa nel finale farebbe in un attimo cambiare il suo status da campioncino in erba, a piccolo fenomeno.

Alexey Lutsenko

In quella categoria che si usa definire underdog il nome di Alexey Lutsenko è uno dei più interessanti. Atleta spesso imprevedibile, capace se in giornata di avere pochi rivali su diversi tracciati, Lutsenko ha vinto in passato un titolo Under 23 (era il 2012) e vorrebbe essere il primo nella storia a firmare la storica doppietta. Stando alle analisi del percorso fatta dai tecnici e dai protagonisti, dovesse esserci una fuga di uomini di medio livello potrebbe diventare difficile da andare a riprendere: Lutsenko in questo è uno degli specialisti del gruppo, come ha già dimostrato anche all’ultimo Tour de France.

Maximilian Schachmann

In caso di fuga dalla media distanza anche il nome di Maximilian Schachmann è uno di quelli da tenere maggiormente in considerazione. Se John Degenkolb sarà una seconda opzione in seno alla nazionale tedesca, il portacolori della BORA-hansgrohe esce in grande forma dal Tour de France dove si è speso per la squadra e per se stesso, raccogliendo “solo” un terzo posto di tappa. Dotato di fondo, senza paura di andare all’attacco, veloce in uno sprint ristretto, Schachmann è tra i papabili per un podio finale.

Tadej Pogačar

Chiudiamo con il vincitore del Tour de France. Forma fisica, morale a mille, percorso duro e possibile pioggia sono tutti ingredienti che proiettano il ragazzo di Komenda tra i possibili vincitori della gara di domani. In poche settimane Tadej Pogačar si è trasformato da outsider per un posto sul podio al Tour a possibile vincitore di una prova iridata così dura e difficile da interpretare. La sua salita al vertice del ciclismo appare inarrestabile.