Vuelta, Ciccone non molla e va all’attacco. Buoni segnali in vista della terza settimana

Ciccone
Giulio Ciccone in azione sulla salita di Prati di Tivo alla Tirreno-Adriatico 2021.
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Mestiere di fatica il ciclismo e la sua bellezza sta nel fatto che proprio dalla fatica si trae il desiderio di non demordere: il vincitore della tappa di oggi Romain Bardet, la quattordicesima della Vuelta di Spagna da Don Benito a Pico Villuercas, lo sa bene proprio come il nostro Giulio Ciccone che, nonostante in classifica non risulti nelle posizioni d’elite (attualmente è dodicesimo a 6’16’’ dal norvegese Eiking), sta cercando di ritagliarsi il suo spazio con un acuto che possa lasciare il segno.

Tenacia a non finire

Attendismo? Condotta di gara al risparmio? No signori, Giulio Ciccone non è certo questo: l’abruzzese è un attaccante, ha l’indole del combattente e quando la strada sale lui tenta il colpaccio. Dove porti nessuno può saperlo, il fascino del ciclismo sta in questo, ma prova ugualmente a far saltare il banco e a scompigliare le carte in tavola.

Mentre la fuga procede e Bardet comincia la sua galoppata solitaria verso una prestigiosa vittoria di tappa, il gruppo dei Big affronta l’ascesa finale del Pico Villuercas, 14,5 km al 6,2% con piglio deciso. Manca una settimana alla fine della Vuelta e non c’è da perdere tempo prezioso. La Trek Segafredo è davanti, immediatamente dietro la Jumbo Visma di Primoz Roglic. Ciccone pedala bene, il clima e torrido, il suo viso affaticato ma lucido. Si alimenta, prende un gel energetico, sa di avere una discreta gamba. Il primo a smuovere le acque è il suo compagno di squadra Gianluca Brambilla che con un allungo cerca di movimentare la situazione e preparare il terreno al caparbio abruzzese.

Poco dopo va davanti la Cofidis di Guillaume Martin che brama la maglia rossa di leader della classifica generale e sa che per averla dovrà attaccare. Si forma un buco, il ritmo è elevato, rimangono in cinque. Ciccone sa che il momento per avvantaggiarsi è buono e a 4 km dalla fine scatta. L’azione è buona, la gamba c’è ma dietro la Jumbo Visma non lascia spazio. A 2,7 km è ripreso dallo scatto perentorio di Miguel Angel Lopez che alla fine guadagnerà 4 secondi da Roglic, Bernal, Mas e Jack Haig. Il capitano della Trek ha speso tanto ma sa gestirsi, dalla sua ha una buona capacità di recupero: al traguardo sarà venticinquesimo a 16 secondi da Roglic.

Una buona tappa che lascia presagire ulteriori attacchi da parte dell’abruzzese che già domani potrebbe tentare qualcosa sia sul Puerto de Mijares che sul Puerto San Juan de Nava: la tenacia non manca di certo e questo è già un ottimo modo di cominciare.