Bastianelli: «La Roubaix è il mio sogno proibito. Dopo il Giro mi ritiro, ma rimarrò nel ciclismo»

Marta Bastianelli
Marta Bastianelli e la sua nuova colonago V4Rs durante il ritiro con il Team UAE ADQ
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Marta Bastianelli si è affermata come una delle migliori atlete nel ciclismo, un orgoglio nazionale. A soli 21 anni indossò la maglia iridata di campionessa del mondo. L’azzurra è una vera guerriera delle due ruote e della vita. Nonostante le sfide e i sacrifici che la maternità comporta, Marta ha dimostrato di essere una madre devota e una grande professionista, riuscendo a conciliare le esigenze della sua famiglia con quelle della sua carriera sportiva. Questo la rende un esempio di forza e resilienza.

Marta, quanto è importante questa squadra per te?

«Avrei già smesso da due anni se non ci fosse stato questo progetto della UAE. Sono rimasta coinvolta e mi sono convinta ad abbracciare questa opportunità, spinta dal fatto di rimanere nella stessa famiglia (Alé BTC Ljubljana, ndr) che adesso si è ingrandita».

Per te la famiglia è tutto e anche quando sei lontano da loro trasporti questo ambiente familiare all’interno del team.

«Per molte ragazze sono un buon punto di riferimento, per la famiglia che mi sono creata e per tutte le esperienze che ho vissuto. Cerco di essere d’aiuto e di supportare tutte le ragazze, ma anche di fare l’atleta in maniera professionale».

Silvia Persico, Chiara Consonni e Eleonora Gasparrini

Cosa ne pensi di Consonni, Persico e Gasparrini, le nuove ragazze ingaggiate dal team?

«Le vittorie ti segnano tanto, ma riuscire a lasciare qualcosa a qualcuno è fondamentale per me: sono felice di poter dare a loro una mano prima di lasciare questo mondo agonistico».

Le conosci bene?

«Sì, attraverso le gare, ora avremo modo di conoscerci in maniera più approfondita. Sono delle buone atlete, delle brave ragazze, hanno voglia di lavorare e di mettersi in gioco».

Molte ragazze del team sono sicure di sé, altre, invece, nonostante l’enorme potenziale, hanno più preoccupazioni.

«È una cosa buona, a volte, un po’ di apprensione: la troppa bontà ti porta all’errore. L’importante è avere dei buoni ingredienti per mixare il tutto: una squadra con alcune atlete grandi e d’esperienza aiuta molto».

Sofia Bertizzolo ha dimostrato di ottenere tanto quando è al tuo fianco.

«Sofia è una grandissima atleta e una bravissima ragazza che ha bisogno di tanti stimoli. Quando siamo in gara cerco di spronarla a sbloccare le sue grandi doti, perché lei è in grado di ottenere importanti risultati. Sofia per me potrebbe essere un’altra sfida da superare».

Marta Bastianelli sulla linea di partenza di una gara

Parliamo di te, Fabiana Luperini ha dichiarato che hai tutte le capacità per dominare l’Inferno del Nord.

«L’ho rincorsa per due anni, mi manca una Amstel, ma riuscire a vincere una grande classica come la Parigi-Roubaix è il mio vero obiettivo».

E se la dovessi vincere, continueresti a correre anche nel 2024?

«No, non c’è nient’altro che mi possa far cambiare idea. Ogni cosa ha un inizio e una fine, credo che sia giusto stabilire questi due punti. Se dovessi firmare tutti i contratti che mi vengono proposti arriverei fino a 40 anni ancora in bicicletta, ma per me ci sono altre priorità nella vita. È un ciclismo cambiato, molto più impegnativo, è un lavoro importante e finché posso dargli il giusto peso resterò qui. Conoscendo i miei limiti e sapendo che non posso più superarli, credo sia meglio lasciarlo con quel tanto che mi ha dato».

Marta Bastianelli durante il ritiro della UAE ADQ

Quindi al 100% il 2023 sarà la tua ultima stagione?

«Sì. Abbiamo deciso con la squadra che il Giro d’Italia sarà la mia ultima gara, finirò la mia carriera dove è iniziata, qui in Italia. Sarò a disposizione della squadra e proverò anche ad ottenere un risultato».

In che modo si è evoluto il ciclismo femminile?

«Tanto e in troppo poco tempo. Io ho passato tutte le epoche e ho visto che siamo passate dal non avere niente a ritrovarci con l’avere tutto: si cerca il miglioramento anche nei più piccoli granelli degli aspetti ciclistici. Può essere abbastanza disorientante per le giovani atlete che vengono catapultate in questo mondo fatto di soldi e di aspettative, spero che ognuna riesca a trovare il proprio posto dando a questo sport il giusto valore, perché è più un lavoro che una passione».

Una giovane ciclista riesce a sostenere tutta questa pressione?

Ogni persona ha un carattere e una personalità diversa: alcune riescono a prendere le cose alla leggera, mentre altre possono subire di più in determinate situazioni. Gli allenamenti, la ferrata nutrizione, sono solo alcuni degli aspetti che possono incidere sulla psicologia dell’atleta, è quindi importante avere più figure di riferimento in squadra che possano aiutarti ascoltandoti.

Marta Bastianelli con la nuova maglia pissei del Team UAE ADQ

Cosa ti aspetta per il futuro?

Sono 16 anni che appartengo al gruppo delle Fiamme Azzurre, mi hanno dato molto, è grazie a loro che sono diventata la Bastianelli di oggi. Mi dispiace che molte ragazze inizino a storcere il naso per i gruppi sportivi, perché prima erano tutto e adesso sono niente. Ci sono stati dei momenti in cui dall’esterno non sono stati ben percepiti, ma sono passata dalle stelle alle stalle e ne sono uscita solo grazie a loro. Il ciclismo non è tutto, se ti infortuni e non puoi andare in bici, cosa fai? Se non sei bella per fare due foto? Io queste cose le ho messe in conto e valuterò il mio futuro con questo gruppo.

Ti piacerebbe diventare una ds?

Se avrò la possibilità, non mi allontanerò dal mondo ciclistico: mi piacerebbe sviluppare tutta l’esperienza che il ciclismo mi ha dato

Quanto è importante per te trasportare tutta questa conoscenza alle nuove generazioni?

Non per vantarmi, non l’ho mai fatto in vita mia, ma sarebbe un peccato non sfruttare, tra virgolette, una figura come la mia in Italia. Se fossi una dirigente ne terrei conto perché per molte giovani ragazze è più semplice integrarsi in questo sport, mentre per altre c’è tutto il potenziale per fare bene, ma ci vuole anche la testa