TOUR DE FRANCE / VisconTOUR, Giovanni Visconti: «Dopo Jakobsen, Groenewegen! È  un cerchio che si chiude. Sagan? Non si deve lamentare e sulle parole di Damiano Caruso ecco come la penso»

Caruso
Damiano Caruso in una foto d'archivio alla Tirreno-Adriatico
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VisconTOUR, ovvero l’analisi tecnico-tattica (e non solo) di Giovanni Visconti. Segui con noi e per tutta la durata del Tour de France, il punto dell’ex campione siciliano per capire, approfondire e discutere con lo stesso “Visco” non solo i fatti principali ma anche quelli più curiosi e divertenti della 109ª edizione della Grande Boucle.

Ci divertiremo e… passaparola: siete tutti invitati!


– Giovanni, Jakobsen fa uno a zero nella seconda tappa ma Groenewegen pareggia subito il conto vincendo la terza. Dopo il grave incidente al Polonia 2020 tra i due velocisti sembra chiudersi un cerchio, non ti pare?

Assolutamente sì! Ero contento per la vittoria di Fabio e adesso lo sono altrettanto per la bellissima risposta di Dylan che ha disputato una volata semplicemente perfetta. Anche lo sprinter della BikeExchange ha passato due anni difficili e tornare a vincere a questi livelli vuol dire tanto, tantissimo. Per questo credo che meriti il rispetto di tutti: al Polonia, in quella maledetta volata che ancora tutti ci ricordiamo, ha sbagliato – è vero – ma è altrettanto vero che ha pienamente scontato la sua pena, si è ripreso con coraggio, si è allenato con determinazione e adesso eccolo qui a braccia alzate in una tappa del Tour. Che dire, bravo e avanti così!

– Per Van Aert invece un altro secondo posto, il terzo di fila in queste prime tre frazioni danesi di Tour de France…

Sì, direi un record anche se… all’incontrario. Questi piazzamenti comunque confermano che Wout è davvero fortissimo e che per la maglia verde sarà lui l’uomo da battere.

– A proposito di Van Aert, Sagan si è lamentato dello sprint del belga e dopo l’arrivo tra i due sono volate parole grosse. Secondo te Peter è stato ostacolato oppure no? Aveva ragione a lamentarsi?

No, secondo me no. Wout ha fatto la sua volata così come prima Peter ha fatto delle belle entrate per tenere le posizioni. Direi che è stato un sprint regolare senza alcuna scorrettezza e Sagan avrà modo per rifarsi perché mi sembra avere dalla sua una buona gamba.

– Dainese giunto settimo è stato il primo dei nostri. Un bel piazzamento per il giovane velocista della Dsm, non credi?

Direi di sì. Mi sembra che Alberto sia in ottima condizione così come mi sembra che la squadra gli stia dando massima fiducia. La vittoria di una tappa allo scorso Giro gli ha dato morale e anche il settimo posto di ieri serve per rafforzare l’autostima. Bravo Alberto, continua così e non avere paura a buttarti nella mischia!

– A proposito dei nostri: Ganna e soprattutto Caruso hanno perso 39 secondi per via di una caduta nella quale sono rimasti coinvolti. Per Damiano un vero peccato in ottica classifica generale, non ti pare?

Sì, purtroppo sì perché al Tour perdere anche un solo secondo è un bel cavolo di problema. Ho sentito comunque le sue parole rilasciate ai microfoni Rai al termine della tappa e secondo me dice la verità…

– Ti riferisci al fatto che perdere questo terreno per lui non fa poi così tanta differenza?

Esattamente.

– Ma come… Non è andato al Giro per fare classifica al Tour e adesso che dopo appena tre tappe si ritrova a 1’41” dalla maglia gialla (e a 1’27” da Pogacar) va bene? Se è così, allora, non poteva andare al Giro d’Italia con l’obiettivo (fattibile!) di vincere e poi andare al Tour a caccia di una tappa? Giovanni, aiutaci a capire…

Dunque, facciamo chiarezza partendo dal presupposto che secondo me lui al Giro d’Italia ci voleva andare e avrebbe fatto carte false per esserci, soprattutto dopo il secondo posto dello scorso anno e la vittoria al Giro di Sicilia di quest’anno. Piuttosto è stata la squadra, a mio giudizio, che lo ha dirottato “senza se e senza ma” sul Tour de France. Per quanto riguarda la Boucle, invece, credo che Damiano sappia perfettamente che non può ambire al podio e così prova a correre un po’ di rimessa magari cercando di vincere una tappa o prendere una fuga giusta che lo possa far rientrare in classifica chiudendo a Parigi nella “top ten” che, quella sì, potrebbe essere decisamente alla sua portata. Vedremo…