Hubert: «La chiusura dell’Arkéa è straziante. Bisogna fare qualcosa o il ciclismo morirà»

Mozzato e i suoi compagni in ricognizione sul pavè (foto: Arkèa-B&B Hotels)
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Il ciclismo mondiale affronta una grave crisi strutturale. Il mercato delle squadre si sta polarizzando sempre di più tra pochi colossi finanziari e una marea di formazioni in lotta per la sopravvivenza. L’ultima, e più illustre, vittima di questo squilibrio è l’Arkéa-B&B Hotels, che dopo vent’anni di attività ha ufficialmente chiuso i battenti.

Il general manager Emmanuel Hubert ha dovuto gettare la spugna dopo un fallito tentativo di trovare nuovi sponsor, nonostante un interesse iniziale. «È straziante, soprattutto per i miei 150 collaboratori. Siamo una famiglia», ha dichiarato con amarezza durante Bartoli Time su RMC.

Ma il problema è sistemico. All’Arkéa si sono aggiunte Wagner Bazin WB e Intermarché-Wanty, mentre TotalEnergies e Team Flanders-Baloise hanno già annunciato il ritiro dei loro sponsor per la fine del 2026.

Hubert punta il dito contro un modello insostenibile: «Il ciclismo soffre di un formato troppo esponenziale, con squadre molto grandi che ci portano verso nuovi livelli. Forse l’UCI dovrà legiferare in materia di salary cap. Bisogna fare qualcosa, altrimenti il ciclismo morirà».