Risoluto e determinato come sempre, Remco Evenepoel si appresta a correre la sua ultima gara dell’anno, Il Lombardia, che sarà anche la sua ultima apparizione in maglia Soudal Quick-Step in assoluto. Nella conferenza stampa pre-gara, il belga si è detto consapevole della forza di Pogacar, ma allo stesso tempo convinto di potersi giocare le proprie carte.
Remco, hai perso da Pogacar sia il mondiale che l’europeo: com’è il tuo livello comparato al suo?
«È una domanda difficile. Io ho dato il massimo sia al mondiale che all’europeo, la scorsa settimana sentivo di avere un ottimi livello, credo di essere cresciuto all’interno di questa stagione, ma Tadej va fortissimo. Personalmente sono contento dei progressi che ho fatto nell’ultimo mese, mi sono espresso su ottimi livelli e un solo corridore è stato più forte di me. Anche domani darò il massimo».
Sei emozionato all’idea di disputare la tua ultima gara con la Soudal Quick Step proprio al Lombardia dove hai rischiato la vita nel 2020?
«In realtà alla caduta non penso più, è una storia vecchia, sono passati cinque anni e ho già corso il Lombardia altre tre volte, finendo secondo l’anno scorso. È l’ultima gara con la squadra quindi ho una motivazione extra per dare il massimo come sempre, devo solo concentrarmi sulla gara e provare a concludere bene la stagione».
Sarà anche la tua ultima gara con Davide Bramati come direttore sportivo: c’è un ricordo particolare di lui che vuoi condividere?
«Un aspetto divertente è che, ogni volta che iniziamo una salita, “Brama” ci dice sempre che va un po’ in su e in giù, e invece poi scopri che va solo in su e che magari è lunga 20 chilometri. È bello come si emoziona per i successi della squadra: mi ricordo la seconda vittoria di tappa alla Vuelta 2022, piangeva di gioia nella macchina. È straordinario come esprime le sue emozioni».
Un ricordo che porterai per sempre con te di questi sette anni?
«Senza dubbio la Vuelta del 2022, il primo grande giro vinto dala squadra, è stato speciale. L’obiettivo iniziale era una top 5 ma speravo nel podio, vincere è qualcosa di completamente diverso. È il mio ricordo migliore qui».
Pensi che domani sia possibile vincere?
«Se non pensassi di poter vincere non sarei qui. Tutti conosciamo il percorso, Pogacar ha già vinto due volte con un percorso praticamente identico, è una tracciato difficile ma c’è anche una parte pianeggiante alla fine. Spero di iniziare l’ultima salita in buona posizione, poi vedremo. Ma sicuramente la UAE sicuramente vola».
Dove pensi che attaccherà Pogacar?
«Non lo so, non ho parlato con lui, però mi ricordo di preciso dove ha attaccato nel 2023, con un percorso identico. Non sappiamo come si svilupperà la gara ma credo che la tattica sarà sempre la stessa: attaccherà e non riusciranno a seguirlo in tanti. Forse altre squadre proveranno ad anticipare».
Del Toro è in grande forma: pensi che si limiterà a lanciare Pogacar o potrà essere un co-leader alla UAE?
«Non credo che sarà un semplice gregario, penso che corridori come lui o Adam Yates proveranno ad anticipare. La UAE potrà usare tattiche di questo tipo, forse addirittura puntano a finire in tre sul podio. Ma del Toro non può essere sottovalutato: se attaccherà prima di Tadej, bisognerà andargli dietro».
Si può dire che il 2025 è stato il tuo anno peggiore visti i tanti imprevisti, ma anche migliore per come ne sei uscito?
«Fin dal mio incidente in inverno, era ovvio che sarebbe stato un anno di alti e bassi: dopo una settimana dal mio rientro alle corse, ero già stanco per via dell’intensità alta delle prime gare. Anche al Tour ero molto stanco, e dopo due settimane non andavo proprio più. Ho provato a recuperare la forma con calma e devo essere contento dei progressi che ho fatto: se nella prossima stagione non avrà problemi andrà sicuramente meglio. Per ora le uniche stagioni che ho concluso senza problemi fisici sono il 2022 e il 2024, rottura della clavicola a parte».












