Merlier: «Mondiali ed Europei preclusi ai velocisti, così non è bello»

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Tim Merlier alla Parigi-Nizza (foto: A.S.O./Billy Ceusters)
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Mondiali ed Europei hanno scritto un copione davvero prevedibile alla partenza, con due protagonisti assoluti e un coro di polemiche che risuona forte, soprattutto tra le file dei velocisti. Tra il 28 settembre e il 5 ottobre, si sono assegnate prima la maglia iridata a Kigali e, a distanza di una settimana, quella stellata a Drôme-Ardèche. Due appuntamenti consecutivi che, al di là dei simboli cuciti sul petto, sono sembrati la stessa corsa.

A dominare in entrambe le occasioni è stato Tadej Pogacar, capace di staccare i rivali e conquistare sia il titolo mondiale che quello europeo. A completare un podio identico in entrambe le gare, Remco Evenepoel, doppio argento e, a sua volta, doppio vincitore nelle prove a cronometro. Dietro di loro, la lotta per i piazzamenti è stata appannaggio esclusivo di corridori forti in salita, in percorsi selettivi che hanno di fatto emarginato intere categorie di atleti.

Una scelta organizzativa che non è passata inosservata. Tim Merlier, campione europeo uscente, non ha potuto difendere la maglia stellata e ha lanciato un j’accuse a tutto campo. «È un peccato che ci siano stati due campionati, in rapida successione, per lo stesso tipo di corridori – ha dichiarato il belga di Soudal Quick-Step ai microfoni di Sporza – E non lo dico pensando solo ai velocisti come me, ma anche ai corridori da Classiche. Nemmeno Mathieu van der Poel o Wout Van Aert hanno pensato al Mondiale o all’Europeo quest’anno. Penso che questa sia una cosa che la dice lunga».

Merlier, vincitore di 15 corse nella sola stagione 2025, ha condiviso la sua delusione per non aver potuto vivere l’emozione di un grande campionato. «Aver indossato la maglia stellata mi ha reso orgoglioso. Non dimenticherò mai l’adrenalina, le emozioni e la gioia che ho provato al Campionato Europeo del 2024», ha ricordato. Ma quest’anno, quei sogni sono stati negati in partenza dai tracciati.

Il problema, secondo il velocista, è sistemico. L’ultimo Mondiale concluso con una volata di gruppo superiore alle 10 unità risale a Bergen 2017, con il terzo trionfo consecutivo di Peter Sagan. «Penso che ormai gli organizzatori trovino le gare veloci meno attraenti. Ma non credo ci sia niente di sbagliato in una corsa che finisce con una volata pulita ed emozionante».

E le prospettive future non sembrano rosee. Il percorso dei Mondiali di Montréal 2026 è già noto e si preannuncia “ben duro”, mentre quello degli Europei di Ljubljana 2026 si corre in casa di Pogačar, un dettaglio che la dice lunga sulle caratteristiche attese.

«Tutto sommato, da velocista, ho già avuto la possibilità di giocarmi un Europeo per tre volte nel corso della mia carriera», ha concluso Merlier. «Ma per il Mondiale il discorso è molto diverso. A malapena posso ricordare una gara iridata per velocisti e non credo che ne potrò vivere una da qui in avanti. Però penso che ogni generazione di velocisti meriti di poter ambire a un Mondiale».